Persone

Giorgio Napolitano e il volontariato

Durante il suo duplice mandato di Capo dello Stato, tra il 2006 e il 2015, Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica scomparso nella serata del 22 settembre, ha spesso soffermato la sua attenzione e riflessione sul volontariato e Terzo settore. Riportiamo qui alcuni brani dei suoi interventi.

di Riccardo Bonacina

Dove cresce il volontariato cresce il capitale sociale

Vorrei cogliere l’occasione della Giornata Internazionale del volontariato che si festeggia domani per rivolgere un saluto, un augurio, un ringraziamento, a nome di tutti gli italiani, all’intero mondo del volontariato, a chi contribuisce a organizzarlo e a dotarlo di risorse.

Questa realtà rappresenta per il nostro paese una risorsa fondamentale sotto il profilo economico, per le attività e i servizi offerti, che svolgono un indispensabile compito di integrazione e talvolta di supplenza dell’azione pubblica. Ma esso rappresenta pure una fondamentale risorsa sotto il profilo dell’etica civile e anche oltre, come ha ben detto il Professor Zamagni. Il volontariato produce, certo, beni materiali di aiuto e di sostegno al disagio, alla malattia, alla disabilità, alla dipendenza. Ma, proprio per la capacità di superare i confini di una solidarietà spontanea, familiare e amicale, esso produce pure beni immateriali, comportamenti virtuosi, esempi e modelli degni di essere imitati.

L’opera dei volontari giova a chi la riceve. Aiuta a fronteggiare situazioni difficili, traumi di diversa natura, aiuta a uscire da condizioni di isolamento. Offre strumenti di crescita, sostegni che consentono di fare meglio, di essere migliori studenti, migliori lavoratori, migliori cittadini. Vorrei osservare, però, che l’attività volontaria arricchisce anche chi la svolge, innanzitutto perché è moralmente appagante, e poi perché integra il tempo dedicato al lavoro, allo svago, alla cura dei propri cari. E giova anche per ragioni pratiche: come una occasione di vita attiva per gli anziani che hanno cessato l’attività lavorativa, così come una passerella verso il lavoro per gli studenti che acquisiscono in questo modo relazioni ed esperienze fruttuose. Per chi vive il volontariato all’interno di prospettive religiose o etico-politiche, infine, esso vuole essere anche un contributo a un disegno, a un processo di miglioramento della società.

Attenzione. I mezzi di comunicazione e noi stessi che lavoriamo nelle istituzioni siamo spesso troppo assorbiti dai comportamenti litigiosi, o comunque poco cooperativi, che caratterizzano la nostra società politica, e non guardiamo con sufficiente attenzione alle espressioni della nostra società civile, in particolare a quelle forme di aggregazione e associazione volontarie che sono capaci di favorire la coesione sociale. Dovrebbe costituire, invece, ragione di orgoglio e di conforto per il nostro paese la loro capacità di produrre ricchezza sia materiale sia morale, il loro vero e proprio potenziale di innovazione.

(…) Dove cresce il volontariato, cresce il capitale sociale, cresce la correttezza e la ricchezza delle relazioni interpersonali, il rispetto di regole condivise.

E il capitale sociale – come si è sottolineato anche oggi – costituisce un fattore essenziale dello sviluppo economico. Esso si forma anche attraverso la costruzione di reti, perciò dobbiamo apprezzare lo stimolo a costituire, e la capacità di costruire, vere e proprie reti di associazioni volontarie.
Anzi, sulla strada della cooperazione tra associazioni bisognerebbe fare ulteriori passi avanti. Infatti, il nostro non è solo un paese di piccole imprese, è anche un paese di piccole associazioni di volontariato, perciò ancora più utile e meritoria è l’attività di coordinamento e prestazione di servizi svolta dai gruppi promotori di questo incontro.

Il volontariato deve mostrarsi capace di sinergie al proprio interno, ma ha a sua volta bisogno di contesti normativi e operativi favorevoli.
Alcuni articoli della nostra Costituzione sollecitano in effetti proprio l’attività volontaria. Essi funzionano, per così dire, da culla costituzionale del volontariato una volta che li si combini tra loro. Si tratta dell’art. 2, là dove dice che la Repubblica postula “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale”, dell’art. 4, che sancisce il dovere del cittadino “di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”, dell’art.18, dove è protetto il diritto dei cittadini “di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale”. Il volontariato può dunque considerarsi come attività sociale meritevole di protezione costituzionale, sia dal punto di vista delle modalità del suo esercizio, sia per il suo specifico contenuto.

(Giornata del Volontariato 2009)

24/10/2014 Il Presidente Giorgio Napolitano con i ragazzi intervenuti alla Conferenza “L’Europa dei diritti”

Il volontariato costruttore di fiducia

Sono convinto che abbiamo, come Paese, una risorsa straordinaria nei giovani, anche nei giovani che in varie parti del Paese fanno fatica a trovare un lavoro, fanno fatica a trovare occupazione, ma che non disperano – perché non debbono disperare – e intanto danno prova della loro energia e della loro volontà costruttiva.

Io, francamente, non so che cosa sarebbe oggi Vicenza senza il vostro apporto, senza questa prova di generosità e di slancio che voi avete dato.
È vero, il volontariato è una grande risorsa del nostro Paese.

In modo particolare, voglio mettere in evidenza come qui a Vicenza, e come in altre province venete, voi abbiate dimostrato che non è vero che state ad aspettare l’aiuto dello Stato, che non chiedete soltanto, ma fate. E capite come, in momenti come questo, il pulire, lo spazzare, il liberare dall’acqua e dal fango una meravigliosa città, o altri centri colpiti dall’alluvione, sia un lavoro nobilissimo; e nessuno di voi si è vergognato di mettere le mani nel fango e di usare le scope.

Mi congratulo per questo con voi, perché questo significa non solo rimettere a posto le cose, ma significa costruire: innanzitutto, costruire fiducia, costruire fiducia in voi stessi, nelle istituzioni che vi sono più vicine, come i Comuni – e i sindaci sono stati vicini alle popolazioni colpite – e costruire una speranza e una prospettiva per il futuro.

(11/11/2010 – Incontro con i giovani volontari dei comuni alluvionati del vicentino)

Volontariato linfa vitale della convivenza

In occasione della Giornata internazionale del volontariato intendo rinnovare il mio profondo apprezzamento, a nome della Nazione e delle istituzioni repubblicane, per il ruolo insostituibile del volontariato e del terzo settore come punti di riferimento e protagonisti attivi della nostra società civile.
Un anno fa abbiamo celebrato insieme, al Quirinale, le tappe fondamentali del volontariato italiano, fenomeno straordinariamente vasto, vario e ricco. E ho concluso l’incontro ribadendo che il volontariato è una linfa vitale della nostra convivenza e costituisce un elemento caratterizzante e distintivo della qualità della nostra democrazia.
Come evidenziato anche nel piano italia 2011 – il documento di indirizzo per l’anno europeo per il volontariato che si celebra l’anno prossimo – il volontariato si esprime attraverso la promozione del rapporto solidale fra le generazioni, il sostegno agli strati emarginati della popolazione, l’impegno per realizzare percorsi di integrazione e comprensione reciproca in un’epoca di grandi flussi migratori.
Abbiamo bisogno di questa grande scuola di solidarietà che generosamente produce azioni, pratiche quotidiane e progetti i quali rappresentano un contributo essenziale per la creazione di un diffuso capitale sociale.

Proprio in questo momento di particolari difficoltà economiche è di fondamentale importanza sostenere il mondo del volontariato, anche garantendo le risorse necessarie a tener fede alla sua insostituibile missione riconosciuta da milioni di cittadini.

(Giornata internazionale del Volontariato 5/12/2010)

Volontariato un bene da difendere

Nel corso del mio mandato ho avuto modo di conoscere più a fondo associazioni e persone che, nei diversi campi di azione del volontariato, dedicano tempo ed energie al bene comune, e dalle esperienze da loro vissute ho tratto nuovi motivi di fiducia nella forza e nella vitalità del nostro popolo e della nostra democrazia. In un contesto scosso dalla crisi acuta insorta sul piano finanziario ed economico, il volontariato offre, con immediatezza e di slancio, solidarietà e concrete risposte alla crescente domanda sociale di sostegni materiali e morali. Va pienamente riconosciuto il valore del volontariato come bene da difendere, promuovere e sviluppare nell’interesse generale: con esso cresce il capitale sociale, fattore essenziale dello sviluppo economico. Di qui l’auspicio che agli impegni, ordinari e straordinari, fatti propri dalle organizzazioni di volontariato – in occasione dei lavori della  VI^ Conferenza Nazionale del Volontariato – corrisponda l’attenzione responsabile di tutte le istituzioni”.

(13/04/2012 – Stati generali del Volontariato della Protezione civile)

Volontariato, l’Italia migliore

Più volte nel corso di questi ormai sei anni, in occasione di iniziative, cerimonie e incontri di varia natura mi è venuto spontaneo dire: “Questa è l’Italia della solidarietà e dell’impegno civile, rappresentata certo dai volontari della Protezione Civile, e da altre molteplici realtà, espressioni e forme associative. Ed è davvero un’Italia speciale, è l’Italia migliore”.
Io capisco che queste definizioni, queste espressioni si possano anche prestare a qualche equivoco perché, lo sappiamo bene, l’Italia è una, è una come Nazione, come società e come Stato. Ma certo il nostro Paese presenta di sé diverse immagini ed esprime anche diverse logiche di comportamento ; e in un intreccio complesso di positivo e negativo, si manifestano anche – non possiamo dimenticarlo – logiche particolaristiche, asociali, di scarsa considerazione se non di aperto dispregio dell’interesse generale del paese e del bene comune, ad esempio logiche di speculazione o di cieco calcolo individuale che calpestano esigenze di tutela dell’ambiente e del patrimonio storico, e di salvaguardia del territorio. Così come non è, io credo, un fuor d’opera evocare logiche irresponsabili di rifiuto del dovere fiscale. Ebbene, io non contrappongo all’Italia della solidarietà, dell’impegno civile, del volontariato, l’Italia della speculazione edilizia o dell’evasione fiscale, perché questi comportamenti devianti, per quanto diffusi, non meritano di essere associati al concetto e alla parola Italia. Ma è importante valorizzare e portare ad esempio tutte le pratiche di solidarietà e di impegno civile come la vostra, perché sempre di più con esse si identifichi l’Italia, perché sempre di più l’Italia migliore prevalga su tutto quello che ci frena e che ci fa trovare oggi in così gravi difficoltà ad affrontare la crisi che stiamo vivendo.

(Giornata Internazionale del Volontariato, 5 dicembre 2012

La solidarietà valore nazionale

Non lasciamo occupare lo spazio dell’attenzione pubblica solo a italiani indegni. Rendiamo omaggio a italiani esemplari. Come la brillante scienziata, Fabiola Gianotti, eletta all’unanimità direttore generale del Centro europeo per la Ricerca Nucleare a Ginevra. O come l’astronauta Samantha Cristoforetti che ci parla semplicemente, con modestia e professionalità, della ricerca scientifica in corso nello spazio.
Siamo orgogliosi di questi italiani campioni di cultura e di solidarietà. Come Fabrizio, il medico di Emergency accorso in Sierra Leone per curare i colpiti dal virus Ebola anche a costo di esserne contagiato e rischiare la vita. O come Serena Petriucciolo, ufficiale medico della Marina che sulla nave Etna ha aiutato – nella notte di Natale – una profuga nigeriana a dare alla luce la sua bimba. E che dire della perizia e generosità di cui gli italiani lanciatisi a soccorrere i passeggeri del traghetto in fiamme sulla rotta tra la Grecia e l’Italia hanno dato prova?

Ho voluto fare almeno questi pochi richiami al valore delle risorse umane di cui ci mostriamo dotati e di cui ci si dà atto internazionalmente ; potendo citare molti altri esempi individuali, che peraltro rinviano all’eccellenza dei nostri centri in cui i singoli si sono formati. Così come rinviano al magnifico impegno sia delle forze dello Stato sia del volontariato sui fronti di tutte le emergenze. Dalla constatazione delle qualità del nostro capitale umano può venire e diffondersi un’accresciuta consapevolezza della nostra identità e della nostra missione nazionale.

(Discorso di fine anno 2014)

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