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Giorgio Galli, maestro di intelligenza e rispetto per il Paese e per Milano
Ogni trasformazione sociale è stata colta sul nascere da Giorgio Galli, che l'ha affrontata senza pregiudizi e infine l'ha raccontata facendo capire a generazioni di studenti da dove arriva e perché arriva. "Per il Paese e per Milano", spiega la consigliera Diana De Marchi, "Galli è una figura straordinariamente importante, perché ha sempre aggiunto, anziché tolto. Ha aggiunto in termini di comprensione e di intelligenza sociale e di possibilità di leggere la realtà in tutte le sue sfaccettature". Anche per questo merita l'Ambrogino d'Oro, come chiede un corposo movimento di persone e associazioni che si sta mobilitando in questi giorni
di Marco Dotti
L'entusiasmo è tanto e sta contagiando tutti. Giorgio Galli, il grande politologo… Ambrogino d'Oro (per i non milanesi: la più importante civica benemerenza cittadina). Diana De Marchi presiede la Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano e lunedì scorso ha presentato ufficialmente la candidatura di Galli, novantadue anni, per oltre trenta professore di storia delle dottrine politiche all'Università Statale di Milano.
Perché Galli?
Quando ho visto che, da più parti, nella società e sui social veniva lanciata la proposta di conferirgli l'Ambrogino d'Oro, ho immediatamente colto la genuinità di questo affetto nei confronti di un grande studioso ho pensato che fosse la persona giusta. Giorgio Galli è una figura importantissima a livello nazionale e internazionale, ma questo affetto nei suoi confronti dimostra che ha seminato molto, non solo con libri e studi di grande rigore scientifico, ma nell'insegnamento, formando intere generazioni alla competenza, al rispetto, alla curiosità nei confronti delle culture. E delle culture altre.
Un aspetto, quello dell'attenzione all'alterità, che ha sempre contraddistinto l'attività di Galli…
Di lui ho un ricordo personale straordinario dei miei anni da studente. Ho fatto giurisprudenza e, allora, si poteva scegliere un esame fuori dal piano di studi tradizionale. Scelsi Storia america e feci un esame proprio con Giorgio Galli. Ho un ricordo vivo, meraviglioso. L'esame verteva sulla questione delle streghe, tema che Galli ha studiato a fondo. Attraverso quel tema, filtrava tutto il discorso sulle donne, sulla dissidenza, sulla capacità di portare avanti iniziative che rompevano pregiudizi e gli stereotipi.
Nel mio percorso personale, quell'esame è stato l'inizio di un'attenzione alle tematiche di genere che mi ha accompagnato per tutta la mia attività sia professionale, che politica.
Che cosa la colpì del Galli professore?
Mi colpì la sua capacità di farti non solo ragionare, ma di ragionare con te. Era capace di farti capire, soprattutto, di che cosa e su cosa si stesse ragionando. La posta in gioco era molto alta, ma lui l'affrontava con una dolcezza e una capacità straordinaria di trasmissione del sapere.
Quando parla di posta in gioco a che cosa si riferisce?
Mi riferisco al fatto che, come indagatore di temi apparentemente “curiosi”, Galli è stato un pioniere. Pensiamo al rapporto fra irrazionalità e politica, fra esoterismo e sfera razionale, al tema di cui abbiamo detto della persecuzione delle streghe affrontata in un contesto e in un momento e con strumenti del tutto innovativi. Ha posto grandi temi alla nostra attenzione, ma non si è fermato lì: ci ha dato strumenti per andare avanti da soli e continuare a studiare e, studiando, a migliorarci migliorando un po' anche il mondo attorno a noi.
In questi anni, Galli si è dedicato molto allo studio della superclasse e, infine, dei populismi…
I suoi studi sul potere invisibile e sul prevalere del potere finanziario rispetto al potere politico sono fondamentali. Ogni trasformazione sociale è stata colta sul nascere da Galli, che l'ha affrontata senza pregiudizi. E infine l'ha raccontata facendoci capire da dove arriva e perché arriva. Per il Paese e per Milano Galli è una figura straordinariamente importante, perché ha sempre aggiunto, anziché tolto. Ha aggiunto in termini di comprensione e di intelligenza sociale e di possibilità di leggere la realtà in tutte le sue sfaccettature…
Ma anche di civismo, non crede?
L'entusiasmo che ha innescato la proposta è un segnale forte e chiaro. Galli è una figura profondamente milanese, ma capace di aprirsi alla storia politica, culturale e sociale in termini, passatemi il tememine, etici che sono un esempio per tutti. Non a caso l'entusiasmo e l'affetto per lui sono – passatemi anche questo termine – “bipartisan”. Segno che non ha mai fatto sconti, ma ha anche mantenuto il discorso a un livello davvero alto.
Dentro e fuori dalle istituzioni c'è stato un entusiasmo incredibile per l'idea di conferire l'Ambrogino d'oro a Galli. Un entusiasmo carico di rispetto. Lo stesso entusiasmo carico di rispetto che è, poi, la lezione di questo grande maestro del nostro tempo.
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