Famiglia

Giordania: migliaia di rifugiati iracheni tornano a scuola

Lo comunica l'Unhcr, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

di Paolo Manzo

Lo scorso fine settimana migliaia di giovani iracheni hanno cominciato ad iscriversi alle scuole in Giordania dopo la decisione del governo di consentire a tutti i bambini rifugiati iracheni presenti nel paese di frequentare le scuole pubbliche a prescindere dal fatto che i loro genitori siano o meno in possesso del permesso di soggiorno.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) accoglie questa generosa decisione e l’impatto positivo che essa avrà sulle vite di migliaia di bambini rifugiati con grande soddisfazione. L’Agenzia auspica anche che ci sia una risposta forte da parte della comunità internazionale all’appello congiunto di UNHCR e UNICEF per la raccolta di 129 milioni di dollari, lanciato alla fine di luglio e volto a far ritornare a scuola ulteriori 155mila bambini iracheni rifugiati in Siria, Giordania, Egitto e Libano. Finora l’arrivo dei finanziamenti è stato piuttosto lento, anche se ci sono indicazioni positive che il denaro comincerà presto a giungere a destinazione.

In Giordania, il processo di iscrizione alle scuole è cominciato domenica scorsa con l’inizio dell’anno accademico. Il Ministero dell’istruzione giordano ha dichiarato che ci si aspetta l’iscrizione di almeno 50mila studenti iracheni in tutto il paese. Le iscrizioni saranno aperte fino al 15 settembre.

I bambini iracheni seguiranno gli stessi programmi degli studenti giordani e avranno accesso alle stesse strutture scolastiche. A seconda delle necessità, il programma comprenderà l’educazione primaria, secondaria e professionale, oltre che l’educazione informale, laddove quest’ultima venga impartita.

In alcune scuole, i bambini vengono inseriti in una lista d’attesa e assegnati a scuole che organizzano doppi turni, seguendo un gruppo di studenti la mattina e un secondo gruppo nel pomeriggio. In seguito al completamento del processo di iscrizione, il Ministero dell’istruzione giordano valuterà i bisogni, assumerà nuovi insegnanti e personale e organizzerà doppi turni nelle scuole sovraffollate ove fossero necessari.

Nella capitale Amman sono state individuate più di trenta scuole che attiveranno doppi turni e ne verranno identificate altre nelle città di Zarqa e Irbid. Nelle prossime due settimane verranno assunti altri 2.500 insegnanti per gestire il crescente numero di studenti.

La Giordania ospita circa 750mila rifugiati iracheni. La maggior parte di essi è fuggita dalle condizioni di violenza nel proprio paese a partire dal 2003 e si stima che circa la metà sia composta da bambini che finora non hanno potuto avere accesso all’istruzione in Giordania a meno che i loro genitori non avessero un permesso di soggiorno o non pagassero le rette. L’UNHCR esprime apprezzamento per la generosità, protrattasi ormai da anni, sia del governo siriano che di quello giordano. I due paesi, che accolgono il maggior numero di rifugiati iracheni, hanno finora sostenuto un carico notevole, ospitando centinaia di migliaia di iracheni.

Nell’ambito dell’appello congiunto per l’educazione, UNHCR e UNICEF hanno presentato un piano di sostegno ai governi che ospitano i rifugiati per quanto riguarda l’offerta di servizi educativi agli iracheni nel corso dell’anno scolastico 2007-2008. Tra le attività specifiche presentate nell’appello vanno comprese la costruzione di aule scolastiche ed edifici prefabbricati; l’individuazione di edifici esistenti che possono essere utilizzati come scuole temporanee; il miglioramento dei sistemi di erogazione dell’acqua e delle fognature nelle scuole; la costruzione di nuove scuole e/o di ulteriori aule e la ristrutturazione delle strutture esistenti.

Molti bambini hanno perso diversi anni di istruzione e per questo verranno approntati speciali programmi di recupero e sarà garantito un sostegno psico-sociale per loro e le loro famiglie nella speranza di reintegrarli nel sistema scolastico. Psicologi ed insegnanti prenderanno parte a corsi speciali per aiutarli a poter gestire le esigenze particolari dei bambini iracheni, molti dei quali possono essere stati testimoni di violenze estreme.

Nonostante questi sviluppi, molti iracheni continuano ad incontrare ostacoli nell’accesso all’istruzione, dal momento che molte famiglie sono a corto di denaro e sono costretti a mandare i propri bambini a lavorare, soprattutto nei nuclei familiari in cui la donna rappresenta il capofamiglia. Inoltre, alcuni iracheni in condizioni di vulnerabilità non vogliono iscrivere i propri figli nelle scuole pubbliche, dal momento che non hanno uno status legale in Giordania.

Per ulteriori informazioni: www.unhcr.it

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