Economia

Gioco: un azzardo legale

Gli italiani nel 2009, hanno speso 53,4 miliardi di euro tra Lotto, Superenalotto, Winf for Life, lotterie, gratta e vinci, scommesse e slot machine

di Redazione

La terza industria in Italia, dopo Eni e Fiat, è quella dei “giochi”. Gli italiani – che rincorrono sempre più il sogno di arricchirsi – nel 2009, hanno speso 53,4 miliardi di euro tra Lotto, Superenalotto, Winf for Life, lotterie, gratta e vinci, scommesse e slot machine. Lo rivela un’inchiesta sul numero di giugno 2010 di Altreconomia dedicata alle new slot: gli apparecchi da bar, da soli, hanno raccolto il 46% delle spese degli italiani per i giochi, 24,8 miliardi di euro. Eppure, è più facile vincere al casinò che nel bar sotto casa: la percentuale di pagamento delle vincite delle new slot è del 75%, contro una media del 97%.  In Italia sono autorizzati 360mila apparecchi, 200mila dei quali fanno capo a quattro gruppi, Lottomatica, Snai, B Plus giocolegale limited, Gamenet spa.

Ai baristi tocca il 3 per cento della “torta” da 24,8 miliardi di euro. Un incasso che da solo, spesso, giustifica l’apertura dell’esercizio. Anche se potrebbero tenere una sola macchina ogni 15 metri quadrati, i controlli sono pochissimi e molti sforano. Perché far giocare conviene di più che fare i caffè. E anche le mafie guardano al business, con macchine manomesse e minacce agli esercenti. Perché l’’usura va a braccetto con il gioco illegale.

 


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