Non profit

Gioco e scommesse: in Lombardia +8,2%, in Italia +11%

In Lombardia 1.213 imprese dell'azzardo legale. Prime Milano, Brescia e Bergamo. In Italia in testa Napoli, Roma, Milano, Bari, Salerno e Torino. In crescita esponenziale Nuoro, Sassari e Agrigento. Un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese negli anni 2017 e 2016

di Redazione

Crescono le imprese del gioco in Lombardia: nel 2017 quelle specializzate, tra sedi ed unità locali, sono aumentate dell’8,2% passando da 1.121 a 1.213. Un po’ meno rispetto alla crescita nazionale dell’11%. Aumentano le attività di gestione di apparecchi a moneta o a gettone che consentono vincite in denaro che passano da 483 a 530 e rappresentano il 43,7% del settore e le altre attività connesse con le lotterie e le scommesse che passano da 451 a 497. La Lombardia rappresenta un ottavo circa del totale italiano (11,6%). Milano è prima con 440 attività (+6,8%), Brescia secondacon 179 (+22,6%) e Bergamo terza con 135 (+12,5%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese negli anni 2017 e 2016 relativi alle sedi di impresa ed alle localizzazioni attive specializzate nel gioco (dichiarata quale attività esclusiva o principale).

In Italia sono 10.418 le attività legate al gioco. Un settore che cresce dell’11% in un anno e del 48,2% in cinque anni. Per numerocomplessivo di attività prima Napoli con 1.250 (12%sul peso totaleitaliano e 7,5% in più rispetto al 2016). Seguono Roma con 863 (+17,6%) e Milano con 440 (+6,8%). Tra le prime dieci province anche Bari, Salerno e Torino.

In un anno crescono in maniera esponenziale Nuoro (+75%), Sassari (+50%) e Agrigento (+48%).

Insomma l'azzardo legale in questo Paese continua a crescere.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.