Volontariato

Ginostra, ti amo

Ulrich Stulgies, volontario tedesco, ha abbandonato una carriera da psicologo per vivere su quest’isola con asini e galline.

di Carlotta Jesi

Ci sono due strade per salire sullo Stromboli. Quella che costeggia la Sciara del Fuoco, il costone del vulcano da cui il 30 dicembre è scivolato in mare un volume di lava di due milioni di metri cubi. E quella di Legambiente: un sentiero con gradini in legno e pietra che porta dal cimitero di Ginostra alla bocca del vulcano, costruito dai volontari che ogni estate, dal 1993, sbarcano sull?isola delle Eolie. Tutti lavoratori stagionali, tranne uno: Ulrich Stulgies. Cinquantacinquenne originario di Brema, è arrivato a Ginostra 22 anni fa, abbandonando una carriera da psicologo per diventare Ulli degli asinelli, tassista per turisti a dorso d?asino. Di mollare il suo villaggio nel momento del bisogno, Ulli non ci pensa proprio. «Il permesso di restare l?ho avuto dalla Protezione civile, da Guido Bertolaso in persona. Rimango a presidiare Ginostra con altri tre volontari: un vulcanologo, un fotografo di Milano, un signore di Torino che ha casa qui». Più gli asini e le galline abbandonati dagli abitanti di questo villaggio a sud dell?isola di Stromboli, evacuato il giorno di Capodanno: 30 anime che nei mesi estivi diventano 500. Paura di una nuova frana e di una nuova onda anomala? «Restare a Ginostra non è più pericoloso di guidare in autostrada sotto Natale», spiega, con marcato accento tedesco, dal cellulare che ricarica grazie ai pannelli solari montati sulle case del villaggio. «E pensare che il sindaco di Lipari aveva ordinato di tirarli giù perché sono abusivi, non saremmo più stati in grado di comunicare. Non ho paura, e a dir la verità l?onda anomala di trenta metri che avrebbe distrutto Ginostra è un?esagerazione». Tierra: Di chi? Non è vero che case e barche sono state spazzate via? Ulrich Stulgies: Non come dicono i giornali. Il porto è intatto, mi sembra una montatura creata ad arte. Forse per tornare a far parlare del porto: traghetti e aliscafi non possono attraccare direttamente a Ginostra, a terra si arriva solo con il Rollo che fa la spola tra il villaggio e le navi al largo. Ma c?è chi vorrebbe costruire un approdo lontano dal villaggio collegato da un?antica mulattiera che, in caso di eruzione, sarebbe anche molto pericolosa. Tutti qui vogliamo un miglioramento dei collegamenti, ma non a scapito dell?ambiente e della sicurezza. Sembrava che al villaggio fossimo d?accordo su questo punto, ma evidentemente non è così. Comunque ora ci sono problemi molto più urgenti da risolvere. Tierra: Quali? Stulgies: Qui viviamo di turismo. Aspettiamo che i vulcanologi ci dicano qual è il nostro destino. La Sciara del Fuoco s?è spaccata in due e due sere fa ho visto alcuni lapilli fuoriuscire dalla spaccatura. Credo che sotto ci sia una certa attività. La montagna ha cambiato volto. Tierra:È diventata più minacciosa? Stulgies: Diversa, direi. Un vulcano attivo è sempre imprevedibile. Chi viene in vacanza qui lo sa. Ma proprio per questo è importante dare informazioni giuste e non creare allarmismi. Restiamo qui anche per questo. Tierra: In cosa consiste la sua attività di volontario in questo momento? Stulgies: C?è un sacco da fare. Oltre a tenere d?occhio la montagna, al porto ci sono 50 bombole di gas che bisogna spostare. E poi galline, cinque asini e 4 incroci tra asini e cavalli da custodire e sfamare. Ci sono grossi danni, creati dalla tempesta e dal vento, che vanno riparati: le piogge, per esempio, hanno fatto traboccare alcune cisterne. Tierra: Come sono visti i volontari al villaggio? Stulgies: Prima di evacuare, tutti i residenti ci hanno portato le loro provviste. Oggi, come d?estate quando lavoriamo al sentiero che porta al vulcano, i volontari sono considerati parte integrante di Ginostra. Tutti sanno che arrivano quelli di Legambiente e che si danno da fare. Non è sempre stato così, perché siamo ambientalisti e diamo fastidio. Tierra: A chi? Stulgies: Per me Ginostra è come un bel quadro di Van Gogh: un patrimonio culturale e artistico unico che andrebbe preservato. Purtroppo però non è così: per un Van Gogh sono tutti pronti a investire denaro, per il villaggio no. La Regione Sicilia gestisce il territorio puntando sull?economicità. Oggi c?è anche chi vorrebbe costruire una centrale dell?Enel ibrida, un po? fotovoltaica e un po? no, in una zona a rischio. Noi ci opponiamo, e diamo fastidio, perché invece proponiamo di produrre energia solare con i pannelli e di scambiarla.


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