Formazione
Ginnastica vietata per i disabili a scuola
Un'indagine svela: solo un istituto su quattro offre strutture sportive adeguate per i portatori di handicap. Una situazione che mette a dura prova studenti e insegnanti
di Redazione
Gli studenti disabili che frequentano le scuole italiane sono oltre 120 mila, ma solo una scuola su quattro è in grado di garantire loro la partecipazione all’ora di educazione fisica. E solo in un caso su cinque al ragazzo è affiancato un insegnante di sostegno che lo segua anche durante le attività fisiche.
Il quadro, non proprio roseo, dello stato dell’arte per quanto riguarda la “mobilità scolastica” degli studenti con handicap è stato tracciato lo scorso febbraio (anche se i dati sono stati resi noti una settimana fa) dal Dipartimento ricerche de La Fabbrica, istituto milanese di servizi alla didattica. Secondo l’indagine, che ha riguardato 418 docenti di educazione fisica di scuole medie e superiori italiane, in ogni classe è mediamente presente almeno un alunno con problemi psichici; e, in una classe ogni due, si incontra uno studente con difficoltà motorie. Quindi il problema del “che fare” durante le due/tre ore di palestra la settimana si presenta notevole anche dal punto di vista numerico. Sono gli stessi docenti, però, a confessare la propria impreparazione: solo un quarto degli intervistati, innanzitutto, conosce la consistenza reale del numero di alunni portatori di handicap in Italia; più della metà di loro, inoltre, ritiene di non aver ricevuto una formazione specifica adeguata per poter far fronte alle specifiche esigenze dei ragazzi disabili. Anche le strutture scolastiche ricevono una sonora bocciatura: a parte le palestre, che risultano assolutamente inadatte agli alunni disabili in tre scuole su quattro, ben il 40% dei docenti reputa che negli edifici scolastici non siano state eliminate neppure le barriere architettoniche più elementari. Due insegnanti su tre indicano quindi gli impianti del quartiere o della città, situati fuori dalle mura scolastiche, come più rispondenti ai giusti desideri di motilità dei ragazzi disabili.
Ma come si comportano, nel concreto, i professori di educazione fisica quando hanno a che fare con un alunno disabile? La maggioranza dei docenti (52%) fa partecipare gli alunni alle lezioni con gli altri ragazzi e li segue personalmente in maniera particolare. Solo nel 22% dei casi, infatti, si riscontra la presenza di un insegnante di sostegno durante l’ora di educazione fisica. C’è poi un dato che merita di essere analizzato con attenzione: per quasi un terzo dei docenti la presenza di un alunno portatore di handicap è infatti ancora un limite oggettivo al normale svolgimento della lezione, ma non sembra che questo giudizio sia dovuto a una forma di intolleranza, quanto al fatto che fare lezione in una struttura già carente per un normodotato non rappresenta certo una situazione ideale nel caso che al gruppo partecipi un soggetto con esigenze particolari. Prova ne sia che per il 92% dei docenti la presenza di studenti disabili è «un’occasione di arricchimento» per tutti, e che l’integrazione di questi ragazzi è in assoluto (69%) percepita come «un processo di cooperazione tra l’ambiente e il soggetto». Gli sport, infine, che gli insegnanti citano (non sollecitati) quali più indicati per i portatori di handicap sono pallavolo/pallamano (59%), basket (56%), atletica (29%) e calcio (25%). Sì, ma viene spontaneo chiedersi: dove li praticano?
Il testo completo della ricerca si trova
sul sito www.scuola.net
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