Formazione

Ginnastica ritmica: 200 segnalazioni di abusi non sono già troppe?

Sono quasi 200 le segnalazioni di presunti abusi sulle atlete raccolte da Change the Game, l’associazione che dal 2017 è impegnata a proteggere atlete e atleti da violenze e abusi sessuali, fisici, psicologici. La maggior parte delle denunce arrivano dalla Lombardia ha precisato la Presidente Daniela Simonetti che si è detta sconcertata dalle conclusioni della Procura della Federginnastica, che ha ribadito di non aver riscontrato nessun illecito

di Sabina Pignataro

Sono quasi 200 le segnalazioni di presunti abusi sulle atlete raccolte da Change the Game, l’associazione che dal 2017 è impegnata a proteggere atlete e atleti da violenze e abusi sessuali, fisici, psicologici.

Elefantino. Ippopotamo. Vitello tonnato. Palla. Cicciona. Culona. Maialino. Porchetta. Questi gli insulti, quasi sempre strillati a bambine e ragazze, in formazione o già atlete professioniste. E poi percosse schiaffi, manate, tirate di capelli e bacchettate con la clavetta per punire un volteggio mal riuscito o una caduta dalla trave.

Le conseguenze di questa brutale violenza psicologica e fisica? Disturbi alimentare, depressione, propositi suicidali, attacchi di panico.

Le ex atlete Dina Corradini e Anna Basta sono state le prime a denunciare pubblicamente vessazioni e soprusi. Le testimonianze delle due campionesse sono servite a dare coraggio a centinaia di ragazze come emerge dal rapporto presentato ieri da Change the Game.

La maggior parte delle denunce arrivano dalla Lombardia ha precisato la Presidente Daniela Simonetti che si è detta sconcertata dalle conclusioni della Procura della Federginnastica, che ha ribadito di non aver riscontrato nessun illecito. "Emergono dei dati preoccupanti, che fanno pensare a un sistema di training di addestramento che sconfina nel militaresco. Abbiamo quasi 200 denunce, tutte firmate, tutte autentiche tutte importanti, ognuna sconvolgente".

Vessazioni e violenze sono spesso scambiate come pratiche per il riconoscimento dell’autorevolezza e l’umiliazione inflitta viene confusa con lo spirito di sacrificio. Accade per diverse ragioni: uno standard molto alto da raggiungere; allenatrici e allenatori totalmente inadeguati al ruolo di educatori; mancanza di progetti formativi per gli staff sportivi su materie come la psicologia dell’educazione; l’omertà delle famiglie (anche loro vittime di un sistema) che temono ritorsioni durante le gare.

Alla conferenza erano presenti tante ex ginnaste che hanno voluto raccontare la loro esperienza, come Nina Corradini e Anna Basta. «Non pensavo fosse possibile che si scatenasse questa tempesta di denunce, ogni giorno una nuova – ha dichiarato Corradini – adesso spero che verrà fatta giustizia e che tutto quello che deve essere fatto per cambiare, verrà fatto».

Il problema non riguarda solo la ritmica

Nina Corradini, Anna Basta, Giulia Galtarossa, e tutte le altre che stanno denunciando gli abusi subiti attraverso i quotidiani, hanno aperto il vaso di pandora sulle violenze psicologiche nella ginnastica ritmica. Ma purtroppo è necessario avere il coraggio di allargare lo sguardo.

Con Daniela Simonetti, presidente ChangeTheGame, avevamo fatto un lungo approfondimento in questo articolo. «Le varie forme di violenza e abusi (fisici, psicologici o sessuali) commessi nei confronti delle persone di minore età non risparmiano il contesto sportivo. Abbiamo raccolto decine e decine di testimonianze nel volley come nell’equitazione, nel nuoto, nel ciclismo, nel calcio e nella danza».

«Siamo stati i primi a denunciare gli abusi nello sport – aveva commentato Simonetti -. Eppure ancora oggi restano sottovalutati la violenza delle parole, la sopraffazione emotiva e fisica, la competitività precoce che fa del bambino un mero oggetto, la violenza sessuale frutto di manipolazioni e di un eccesso di potere da parte di coach non preparati e non formati».

A chi chiedere aiuto?

Chiunque sia stato vittima o testimone di abusi psicologici, fisici o sessuali può rivolgersi allo sportello on line Ti Ascolto di ChangeTheGame. https://www.changethegame.it/segnalazione-abuso/

Per chi volesse approfondire la formazione

Il corso di formazione Battiamo il silenzio – La tutela dei minorenni nello sport è un percorso formativo e-learning gratuito e fruibile in qualsiasi momento da parte del personale delle associazioni e società sportive dilettantistiche, da docenti ed educatori, con particolare riferimento ai docenti di educazione fisica, e anche dai genitori interessati ad approfondire la tematica in oggetto. Offre approfondimenti sulle norme internazionali, europee e nazionali e gli strumenti informativi e formativi utili per implementare efficaci politiche di tutela e promozione di ambienti sportivi sani e sicuri.
Ha una durata complessiva di 30 ore. Al termine del corso sarà rilasciato a tutti i partecipanti un attestato di frequenza. Il corso è riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione per l’assolvimento dell’obbligo formativo ai sensi della D.M. 170 del 21 marzo 2016. Il percorso prevede un modulo introduttivo al progetto e 6 moduli teorico-pratici, con una ricca sitografia per approfondire i riferimenti normativi, e i documenti da scaricare per applicare le politiche di policy.
Il corso è parte del progetto “Battiamo il silenzio” con cui il Dipartimento per lo sport e ventisei enti e associazioni promuovono l’importante progetto collaborativo per la co-costruzione e la diffusione di una policy che ha l’obiettivo di garantire a tutte le giovani atlete e i giovani atleti, senza distinzione e discriminazione, di praticare lo sport in un ambiente sano e sicuro.
www.battiamoilsilenzio.gov.it/corso-di-formazione

Le associazioni coinvolte nel progetto

Il tavolo tecnico per la co-costruzione e la promozione di una policy per la tutela delle giovani atlete e dei giovani atleti, con particolare riferimento alle pratiche contro il maltrattamento e gli abusi, per garantire a tutti di praticare lo sport in un ambiente sano e sicuro è coordinato dal Dipartimento per lo sport, da Evelina Christillin – Consigliere UEFA, da Fiona May – ex atleta olimpica, Membro del consiglio d'amministrazione della UEFA Foundation for Children – e dal CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all'Infanzia).

Ed è costituito dai seguenti enti e associazioni: Aces, Acsi, A.Ge, Aics, Asilo Savoia, Arcigay Aps, Assist associazione nazionale atlete, Aic, Cammino, Cavallo Rosa, Centro nazionale sportivo Libertas, Centro sportivo italiano, Cipm, C.S.A.In., Differenza Donna, Rcos, Federazione italiana rugby, Figc, Associazione IWW Osservatorio, Mai più violenza infinita, Save The Children, Scuola di Fair Play Italia, Telefono Azzurro, Terre Des Hommes, Uisp, Unicef.

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