Welfare
Giacchetta nera vince la partita della vita
Nel bel mezzo di un match di seconda categoria, un giocatore è colpito da un attacco cardiaco. Lo salva il direttore di gara, con una respirazione bocca a bocca
di Redazione
Èl?eccezione che conferma la regola. Uno dei rari casi, cioè, in cui l?arbitro di una partita di calcio, normalmente insultato, deriso e contestato da pubblico e giocatori, viene invece portato in trionfo. Come il vincitore di un derby. La ?fortuna?, rara come un terno al lotto, è capitata a un ragazzo di Salerno, Gianluca Calabrese. Lui, ventiduenne arbitro appartenente alla sezione della provincia campana, domenica 21 dicembre 1997, con il suo pronto intervento è riuscito a salvare la vita a un calciatore nel corso dell?incontro valido per il campionato di seconda categoria campana, Guardia dei Lombardi- Torrella dei Lombardi. E, cosa abbastanza inconsueta, si appresta a ricevere un riconoscimento dall?Associazione taliana rbitri (Aia).
«Nella prossima riunione saranno decise le modalità e la data nella quale consegneremo questo ?premio? al ragazzo. Che ha dimostrato grande prontezza e soprattutto è riuscito a mantenere la calma in un momento così delicato», racconta Liberato Esposito, presidente del Comitato regionale arbitri della Campania. Sì, perché nel momento in cui i compagni di squadra (e anche gli avversari) di Claudio Favale, giovane portiere del Torrella dei Lombardi, si sono resi conto che il ragazzo era vittima di un arresto cardiaco, capitato a seguito di uno scontro di gioco, le urla e la disperazione avevano preso il sopravvento su tutto e tutti.
Fortunatamente non su Gianluca che, subito, si è avvicinato al ragazzo praticandogli la respirazione bocca a bocca; un?iniziativa che successivamente si è rivelata decisiva per la sopravvivenza dello sfortunato calciatore.
Subito dopo, la gara è stata logicamente sospesa dall?arbitro stesso che non era nelle condizioni psico fisiche per proseguire il suo lavoro. Ma, passato lo choc, Claudio riprenderà al più presto la sua attività. Con in tasca un premio e una soddisfazione più unica che rara.
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