Politica

Gheddafi fa il giro del mondo

Ecco come la stampa estera (s)parla della visita del Rais

di Redazione

Anche all’estero il circo Gheddafi conquista le prime pagine. Le acrobazie diplomatiche del leader libico e del premier Berlusconi fanno la “gioia” della stampa straniera, ben felici di riempire le loro pagine con le provocazioni di Gheddafi e l’imbarazzo del governo italiano.

In area francofona, L’Express torna sulle lezioni del colonnello e lo scompiglio che stanno generando nella nostra classe politica. “Lo show del colonello Gheddafi imbarazza Roma” è il titolo con cui  il settimanale conservatore francese definisce la kermesse italo-libica. Ampio spazio ovviamente all’auspicio di Gheddafi di vedere l’Europa convertirsi all’Islam, con L’Express pronto a riprendere le reazioni dei politici italiani e del Vaticano, che “per voce di Monsignor Domenico Mogavero ha avvertito che la Chiesa avrebbe chiesto dei conti sulla sorte degli immigrati espulsi dall’Italia veros la Libia in nome di una clausola del trattato di amicizia bilaterale. Trattato” ricorda L’Express “che ha posto fine al contenzioso sul periodo coloniale nel 2008”.

Dal canto suo, Carlo Giovanardi “ha fatto il possibile per spegnere l’incendio parlando di “formula” (in riferimento alla provocazione di Gheddafi) pronunciata in un circolo privato, ma la natura del circolo privato non è convincente, perché la lezione sull’Islam è stata dispensata dal colonnello di fronte a 500 giovani donne selezionate da un’agenzia di hostess”.

Intanto, il sito del settimanale panafricano Jeune Afrique da spazio ai cinque miliardi di euro richiesti da Gheddafi all’Unione Europea per contrastare l’immigrazione clandestina. “Una richiesta che secondo Jeune Afrique a poche possibilità di essere accolta visto la situazione dei diritti umani in Libia”.

Radio France Internationale ricorda che “il dirigente libico è noto per le sue dichiarazioni sensazionali”. Al contrario di L’Express, per Rfi “le polemiche esplose in seguito all’appello alla conversione dell’Europa all’Islam non sembrano aver messo il governo italiano in imbarazzo. Visto l’importanza del trattato di amicizia libico-italiana, Silvio Berlusconi ha invitato i suoi ministri a non gettare olio sul fuoco.

D’altronde” prosegue Rfi, “questa visita ha come obiettivo principale la celebrazione dell’anniversario del trattato firmato due anni fa”. Un trattato che “consente il rimpatrio in Libia di candidati all’immigrazione clandestina. L’impegno da parte di Tripoli a rafforzare i controlli sulle sue coste sembra rispettato. Infatti tra il 1 agosto 2009 e il 31 luglio 2010 gli sbarchi di migranti sulle coste italiane hanno diminuito dell’88%”.A ciò si sommano gli interessi economici tra i due paesi: Rfi sottolinea che “l’Italia è diventata il terzo investitore in Libia, Tripoli il primo azionista di Unicredit, mentre dal canto suo Finmeccanica è fiduciosa sulla possibilità di ottenere nuove commesse”.

Di pari passo, il Financial Times chiude il suo articolo dedicato alle polemiche suscitate dalla visita di Gheddafi in Italia per ricordare che alla luce dei rapporti commerciali tra Roma e Tripoli, “Berlusconi è considerato il più grande alleato della Libia in Europa”.

Non a caso “il Primo ministro italiano è stato il primo capo di Stato occidentale a incontrare il leader libico dopo il ritorno in patria dell’autore dell’attentato di Lockerbie”. Molto più duro il commento del quotidiano britannico The Indipendent che definisca la visita di Gheddafi “un cocktail di sfacciataggine e di affari”.


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