Cultura

Gesuiti. Doverosa lotta al terrorismo ma nel rispetto dell’Islam

Un editoriale della rivista "Civiltà cattolica" sostiene che a Guantanamo sono state infrante "le norme della Convenzione di Ginevra"

di Ettore Colombo

La lotta contro il terrorismo islamico “è doverosa”, deve essere portata avanti nel rispetto del diritto internazionale ma, soprattutto, dell’Islam. “E’ essenziale che gli occidentali mostrino rispetto per la civiltà islamica e per i popoli islamici sapendo ben distinguere l’islam dal terrorismo islamico, praticato da piccolissimi gruppo islamici radicali” scrive Civiltà Cattolica in un editoriale dedicato alla minaccia terroristica e ai problemi sorti dopo la guerra in Iraq. La lotta, scrivono i gesuiti, non deve mai passar sopra alle “norme del diritto internazionale” come, invece, stanno facendo gli Usa a Guantanamo. “Il trattamento riservato alle persone catturate in Afghanistan” mostra che è stata infranta la “Convenzione di Ginevra sui prigioneri di guerra”. Altre critiche vengon poi rivolte al modo in cui sono state aperte le ostilità contro Bagdad: “ci si deve sempre chiedere se la guerra al terrorismo si possa fare invadendo un paese intero o se, invece, l’unica maniera di combattere il terrorismo non sia, da una parte il ricorso a raffinate tecniche di intelligence in cui siano impegnate tutti i Paesi occidentali e dall’altra lo sforzo di evitare ogni azione politico militare diretta contro un popolo islamico”. Civiltà cattolica ricorda che i musulmani per quanto divisi formano una ‘umma’. Ogni azione condotta contro la ‘umma’ “è considerata contro tutto il mondo islamico”. Particolarmente “offensiva” poi per la comunità islamica la pretesa di “voler esportare democrazia occidentale nei Paesi islamici senza rendersi conto che almeno per il fondamentalismo islamico la democrazia toglie la sovranità ad Allah per poi trasferirla al popolo: ciò che per un musulmano credente è un atto di miscredenza”. Sarebbe importante, aggiungono i gesuiti, che da parte dei Paesi a maggioranza islamica venisse un rifiuto e una condanna netti del terrorismo. “Ciò gioverebbe molto agli immigrati islamici nei Paesi europei che oggi purtroppo non sono ben visti da molti occidentali per il sospetto che alcuni di essi possano essere collegati o simpatizzanti con i gruppi terroristici esistenti nei Paesi di origine in cui l’Islam è maggioranza e non sempre da questi condannati”. Infine una certezza: “la lotta al terrorismo sarà molto lunga”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA