Seguire il cammino che Gesù di Nazareth ha percorso duemila anni fa, attraversando check point, insediamenti e muri di divisione. È il sogno realizzato che Franco Scaglia racconta nella sua ultima opera Il Viaggio di Gesù (Piemme, 17,50 euro), tra esperienze vissute e tanti (forse troppi) riferimenti ai testi sacri.
Da dove nasce l’idea?
Sono stato in Palestina circa 30 volte. Mi piaceva raccontare cosa significasse ripercorrere il tragitto di Cristo pensando a lui come uomo. È un mix di ricordi privati e riflessioni sui miei studi biblici.
Cita spesso Sandro, l’amico ateo morto prima del viaggio?
Sia chiaro, Sandro non è una figura inventata. Parlare con lui è un espediente per aprire un dialogo con una parte di me, coi miei dubbi.
La Palestina è in guerra. Ne risente la sua spiritualità?
No, la guerra fa parte di quella terra. C’è sempre stata, prima, durante e dopo Gesù. È un luogo di morte, così come la storia di Gesù. La spiritualità è altrove, sta negli uomini che vi vivono o vi vanno in pellegrinaggio.
Cosa fa VITA?
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