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Gestione certificata di soli fondi pubblici. La ricetta del Cosv

Onlus sotto la lente: gestione imprenditoriale con la mentalità del volontariato

di Antonietta Nembri

Gestione imprenditoriale con la mentalità del volontariato. È una caratteristica del Cosv – Comitato di coordinamento delle organizzazioni per il servizio volontario). Ai primi di novembre ha ottenuto l?attestato di eccellenza gestionale e trasparenza dell?Istituto italiano della donazione. «Cosa ci ha spinto ad aderire all?Iid? Prima di tutto la fiducia in chi l?ha avviato: Sodalitas e il Forum del terzo settore. E poi la modalità con cui l?Iid si muove», spiega Cinzia Giudici, presidente del Cosv, che non nasconde la soddisfazione per il riconoscimento ottenuto. «Non hanno guardato solo alla correttezza contabile, hanno analizzato tutto il sistema organizzativo, la filiera, chi decide, chi controlla i controllori: insomma tutto il sistema organizzativo». Per un?associazione alla soglia dei quarant?anni – il Cosv è una ong nata nel 1968 – gli anni hanno rischiato di divenire un punto di debolezza. «Cinque anni fa ci siamo resi conto che l?esperienza non bastava. Avevamo una credibilità basata sulla conoscenza, ma rischiavamo di bruciarla perché non c?era adeguatezza organizzativa. Così abbiamo deciso di portare una serie di innovazioni», ricorda la presidente. Con la consulenza degli esperti di Sodalitas si sono apportate modifiche gestionali con un obiettivo: «Mantenere la mission e le finalità di un?associazione e renderle compatibili con una gestione imprenditoriale. Il percorso è stato lungo: non potevamo bloccare l?organizzazione e non volevamo una cosa appiccicata», continua Cinzia Giudici. La riorganizzazione realizzata grazie agli esperti esterni ha portato alla presenza di un direttore giovane e a una verifica dei processi decisionali nell?ottica di una maggiore efficacia. La filosofia del Cosv è quella di avere meno personale espatriato possibile, come spiega la presidente: «Una scelta fatta fin dall?inizio, perché dobbiamo essere un?opportunità di lavoro per i Pvs dove andiamo e, infatti, abbiamo circa 500 collaboratori locali (51 i progetti in corso)». Un?altra scelta di fondo è quella di basarsi sui finanziamenti pubblici. «Riteniamo che i progetti nei Pvs debbano essere finanziati con i soldi pubblici: non è beneficenza. Deve essere una scelta politica dell?Italia, dell?Ue o dei Paesi più ricchi. È una questione di giustizia internazionale. Ci battiamo perché i fondi per la cooperazione allo sviluppo siano sempre di più». A chi obietta che questa è una posizione in controtendenza Cinzia Giudici risponde che «va sfatata l?idea che i fondi privati rendano liberi. Il 90% delle donazioni sono per le adozioni a distanza, e noi non ce ne occupiamo. Quindi dovremmo subordinare i nostri progetti al sentimento del momento». La piccola percentuale di fondi proveniente dai privati finanzia le attività ?aggiuntive? ai progetti principali: «In Somalia abbiamo realizzato una scuola in più, in Angola un centro per i giovani». Al Cosv sono contrari alle campagne umanitarie urlate: «Contestiamo l?uso di immagini violente o raccapriccianti», spiega la Giudici. Da fine novembre è online lo Zawadi Shop (www.zawadishop.it): ?vende? banchi per le scuole in Somalia o carrucole per il Mozambico. Testimonial è Zawadi (in swahili regalo), uno struzzo. Obiettivo aggregare su una cosa positiva. COSV: viale Monza 40 – 20127 Milano – 02.2822852 www.cosv.org


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