Testimonianze

Gerusalemme, guardando il conflitto dalla sala parto

Si è aperto a Mogliano Veneto il 44esimo convegno nazionale del Movimento per la Vita. Accanto ai messaggi di Papa Francesco e a quello del cardinale Zuppi, il momento forte del primo incontro è stato il collegamento con suor Valentina Sala, ostetrica per anni all’ospedale Saint Joseph di Gerusalemme Est «quello che ci ha salvato è stata la fiducia reciproca»

di Antonietta Nembri

Sono oltre 300 i volontari del Movimento per la Vita, Centri aiuto alla Vita e Case di Accoglienza che si sono dati appuntamento a Mogliano Veneto per la 44esima edizione del Convegno nazionale “Carlo Casini” che quest’anno, fino a domenica 17 novembre approfondirà il tema: “Parole di Speranza. Il servizio alla vita tra cultura e volontariato”. 

Dopo aver letto il messaggio di saluto di Papa Francesco, Marina Casini, presidente del Mpv ha sottolineato le volontà di voler «inserire questo convegno nell’orizzonte del Giubileo “Pellegrini di speranza”». Nel 2025, del resto il Movimento per la vita celebrerà i suoi primi 50 anni. 

Il salone del convegno foto da ufficio stampa
La presidente nazionale del Movimento per la Vita, Marina Casina nel suo intervento di apertura del convegno 2024 – foto da ufficio stmapa

La presidente ha ricordato poi un pensiero di Madre Teresa sulla consapevolezza di sapersi amati: «Questo è il fondamento della speranza e questo porta alla fraternità disinteressata. Non per nulla i due pilastri del MpV sono: “Le difficoltà della vita non si superano sopprimendo la vita, ma superando insieme le difficoltà” e “Per ritrovare speranza bisogna avere il coraggio di dire la verità: la vita di ogni uomo è sacra”. Inoltre: noi vogliamo argomentare portando le “ragioni della speranza”, e cioè a testimoniare il valore di ogni esistenza umana abbandonando ogni possibile atteggiamento assertivo, rivendicativo, vittimistico, moralistico, ma, al contrario, individuando ragioni condivise, spiragli per il dialogo nella Verità, scegliendo un linguaggio persuasivo, convincente negli argomenti, dialogante, costruttivo, aperto con fiducia al futuro». 

Segni di speranza ha proseguito sono i bambini nati nel corso del 2023 con il sostegno dei Cav (5.940); le gestanti aiutate (8.234); donne assistite (14.216).

Testimone da Gerusalemme

Momento forte della serata inaugurale del convegno, dopo i saluti istituzionali, tra gli altri dell’assessore alla Sanità del Veneto Manuela Lanzarin, è stato il collegamento da Gerusalemme, con suor Valentina Sala della Congregazione di San Giuseppe dell’Apparizione. Per diversi anni responsabile ostetrica della maternità dell’ospedale Saint Joseph di Gerusalemme Est.

Una testimonianza molto forte e schietta di chi vive nel cuore di uno dei conflitti più complessi dei nostri giorni. «Per me la tristezza più grande è la mancanza di volontà di non voler trovare una prospettiva diversa» ha esordito la religiosa. Che rivolta ai presenti nel salone del convegno ha aggiunto: «Non ci servono schieramenti, non serve a nulla schierarsi l’unica posizione è stare nel mezzo, come la parrocchia di Gaza che aiuta tutti. La comunità cristiana qua non ha scelto la violenza». 

La crisi del Medio Oriente… in sala parto

Suor Valentina ha sottolineato come i cristiani locali siano palestinesi, solo una piccolissima parte è di lingua ebraica. Incalzata dalle domande del giornalista di Avvenire, Francesco Ognibene, ha poi raccontato cosa vuol dire vedere la crisi del Medio Oriente dalla sala parto. «Abbiamo innanzitutto tolto l’aggressività ostetrica e quando abbiamo dato il via al parto in acqua hanno iniziato a venire nel nostro ospedale anche coppie ebraiche. Quello che ci ha sempre salvato è la fiducia reciproca, è il prendersi cura dell’altro. Il tirar fuori la compassione ha fatto cadere molti pregiudizi. Anche oggi» ha continuato, «dopo il 7 ottobre dell’anno scorso ci sono ancora donne ebree che vengono al St Joseph». 

Dopo l’intervento in streaming da Gerusalemme, la serata è proseguita con un messaggio video di Suor Maria Gloria Riva dal Messico che ha collegato le “parole di speranza” nell’arte illustrando due opere di Klimt Hope 1 e Hope 2 in cui è esplicito il fatto che «la grande speranza è proprio quella della vita». 

A chiudere la serata il messaggio del presidente della Cei, l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi che ha esordito ricordando quanto detto a Bologna il 7 settembre scorso (ne abbiamo scritto qui): «la Chiesa è un grande Movimento per la Vita! E quanto c’è bisogno di amare, con intelligenza, la vita, che richiede attenzione, sensibilità, competenza, dialogo».

Il messaggio del Cardinal Zuppi

Il cardinale Matteo Zuppi ha poi aggiunto: «Viviamo in un momento difficile, pieno di interrogativi e di sfide, drammatiche. Sembra che siamo tornati indietro sulla dignità della vita di ogni persona umana, messa in discussione dalla violenza, dall’odio, dall’individualismo. Solo l’amore e l’amore cristiano, che è la pienezza dell’amore, può “orientare” il cammino della storia verso una sempre più piena civiltà della verità e dell’amore».

il cardinale Zuppi ha infine ricordato come la Cei già nel 1979 avesse indicato «“i compiti nuovi” che richiedono “ogni risorsa di pensiero e di azione”. Tra questi, al primo posto, l’attuazione del principio di intangibilità della vita umana. “Per ritrovare speranza – concludeva quel documento – bisogna avere il coraggio di dire la verità: la vita di ogni uomo è sacra”. Ebbene, voi siete stati e siete questa speranza!».

Giubileo e cinquantesimo Cav, appuntamento al 2025

Nel sottolineare la coincidenza tra il Giubileo e il cinquantesimo del primo Centro di Aiuto alla Vita ha concluso: «Una singolare coincidenza che sprona ad uno slancio ancora maggiore nella costruzione della civiltà della verità e dell’amore. Vi attendono eventi importanti e la Chiesa è accanto a voi. Ricordo volentieri anche il decimo anniversario della Federazione europea per la vita e la dignità dell’uomo “Uno di noi” nata grazie al vostro lavoro». 

In apertura suor Valentina Sala in collegamento video da Gerusalemme – foto dell’autore

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