Volontariato
Germania: parte la rincorsa al Cancellierato
Sia Gerhard Schroeder che Angela Merkel hanno aperto le consultazioni con gli altri partiti. Spunta l'ipotesi Coalizione "Giamaica". Esclusa della trattative, per adesso, La Linkspartei.Pds
di Giulio Leben
Rosso-rosso-verde? Oppure giallo-nero-verde? O ancora rosso-verde-giallo o rosso-nero? Insomma, c’è di che diventare daltonici e mandare – è il caso di dirlo – a quel paese tutti quanti. Purtroppo, però, questi non sono i colori che andranno alla prossima sfilata autunno-inverno (quella sì, che si potrebbe mandare a gambe all’aria), bensì le varie e probabili combinazioni che i diversi partiti tedeschi stanno valutando pur di raccimolare una maggioranza e andare al governo.
Da oggi, infatti, chiusi i seggi e con i risultati definitivi alla mano, nessuno ha una maggioranza politica: né la Cdu/Csu (Neri), né la Spd (Rossi). Nessuno, fra i due maggior i partiti, però, vuole prendere in considerazione la Linkspartei.Pds (Rossi) mentre entrambi corteggiano chi i Grünen (Verdi), chi i Liberali (Gialli).
E’ così, che dalla fantasia del popolo web tedesco arriva la prima sorpresa, la Coalizione “Giamaica”: è quella Rosso-Giallo-Verde (gli stessi colori della bandiera giamaicana), ed è composta da Spd-Liberali-Verdi. Questa ipotesi viene preferita dai navigatori col 46% delle preferenze, seguita dalla coalizione Nero-Giallo-Verde (Cdu/Csu-Liberali-Verdi) col 37% e infine una “Große Koalition” (Spd-Cdu/Csu) al 17%. Lo dice il Tagesspiegel, il giornale più seguito della capitale tedesca. Poco importa se i Liberali hanno già fatto capire che di allearsi con la Spd non se parla neanche. E che i Verdi, difficilmente, potrebbero resistere un secondo stretti fra Liberali e Cristiano-democratici. Si sa, un desiderio è un desiderio. E poi quando basta un semplice click per esprimerlo, figuriamoci?
Sempre nella capitale, Berlino, inoltre, la città ritenuta laboratorio per tutta la Germania, tranne i liberali (che comunque hanno riscosso un buon risultato) tutti hanno vinto almeno un seggio. Come si può vedere dalla pianta di Berlino (vedi immagine): 8 sono andati alla Spd, 3 alla Linkspartei.Pds, 1 ai Verdi e 1 alla Cdu/Csu. Non sono certo le proporzioni che ci sono a livello nazionale, ma è comunque interessante perché, dicono gli analisti, a Berlino succede quello che succederà nell’intero paese, solo 5 anni prima.
Intanto dalla Baviera, roccaforte dei fratelli della Cdu, la Csu (che è crollata al minimo storico, sotto il 50%), vengono lanciati i primi strali contro chi, la povera Angie, ha sperperato in 3 mesi un vantaggio di 20 punti sui diretti avversari. Il presidente del Land bavarese, Edmund Stoiber, dice che si candiderà al nazionale del partito, come a dire “su a Berlino non siete stati in grado”.
Certo è, che proprio le dichiarazioni di Stoiber, un mese prima le elezioni, avevano notevolmente irritato sia il partito che gli elettori. In un comizio in Baviera, il presidente bavarese aveva dichiarato di non accettare «che le sorti della Germania vengano decise dai frustrati dei Länder orientali». E pochi giorni prima aveva usato un linguaggio ancora più pesante definendo i tedeschi dell’Est che votano a sinistra «stupidi vitelli che si scelgono i propri macellai».
Errori permettendo, quindi, è ufficilamente partita la corsa alla maggioranza. Sia la Merkel che Schroeder tenteranno fino all’ultimo di salire sul trono del Cancelliariato. Dalla parte della Merkel, i voti, pochi, ma pur sempre di più di quelli di Schroeder. Dalla parte del Cancelliere uscente, tutto il resto. E un’incongnita: la nuova sinistra di Oskar Lafontaine.
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