Cultura

Germania: crisi di vocazioni? Ecco i “missionari a tempo”

Due i modelli proposti ai giovani: tre anni di impegno per persone dai 23 ai 35 anni, oppure un periodo che oscilla dai sei ai dodici mesi per i 20-30enni

di Gabriella Meroni

La Chiesa cattolica tedesca continua a esprimere una serie impressionante di iniziative in favore dei Paesi di missione, accompagnate da uno sforzo economico notevole che si traduce in miliardi dei vecchi, potenti marchi. Ma il numero dei missionari – le famose “risorse umane” – sta vistosamente calando. Il dato che più colpisce è il deciso decremento delle presenze di religiosi, laici e sacerdoti “fidei donum”, diminuite negli ultimi due anni di circa 650 unità, attestandosi a una cifra complessiva di circa 3.100. Solo quattro anni fa erano mille in più: un autentico terremoto. Di contro, le varie realtà ecclesiali impegnate nel campo dell’evangelizzazione “ad gentes” e della promozione umana continuano da decenni a portare avanti migliaia di progetti all’anno. “Il calo delle vocazioni è indiscutibile e sotto vari aspetti problematico e negativo”, ammette il francescano Hermann Schalück, direttore dal 1998 di Missio ad Aachen (il sodalizio ha per ragioni storiche una seconda sede a Monaco, ma le due lavorano insieme). Il sacerdote conferma un “calo significativo anche se la presenza resta importante”. Per il direttore della secolare istituzione la situazione è “di transizione”. E spiega: “Non si può dire che l’entusiasmo missionario come tale stia sparendo. Nascono, infatti, nuove forme di missionarietà come i Missionare auf Zeit”. Padre Schalück, usa in proposito proprio l’espressione tedesca, che sta per “missionari a tempo” e indica una proposta specifica che viene rivolta ai giovani dal Consiglio missionario cattolico nazionale. Tale Consiglio missionario – un autentico colosso – raggruppa, oltre alle tre istituzioni già menzionate, altre sette opere pontificie (come il Kindermissionswerk, per l’infanzia missionaria), 27 diocesi e enti territoriali, compresi i direttori diocesani di Missio, 8 istituti teologici o di medicina e altro legati alla missione, 60 ordini maschili e 96 femminili aventi missione. Due i modelli che vengono proposti ai giovani: tre anni di impegno per persone dai 23 ai 35 anni, oppure un periodo che oscilla dai sei ai dodici mesi per i 20-30enni. Con alcuni presupposti comuni: disponibilità a condividere la spiritualità di un ordine religioso, stile di vita sobrio, capacità a lavorare in gruppo e con i giovani. Alla prima categoria di “candidati” viene richiesto un titolo di studio ed esperienza di lavoro. Purtroppo non è disponibile un dato numerico generale sulla consistenza di tale presenza che va consolidandosi, ma impegnate in questa pionieristica forma di presenza missionaria sono centinaia di persone, azzarda Schalück. “Non si tratta di riempire i buchi, – precisa – anche se talvolta di fatto capita così, ma di affermare una nuova presenza dello spirito missionario e dello Spirito Santo”. (Fonte: Mondo e Missione/Misna)


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