Non profit

Germania anno 2005

Oltre 80milioni di cittadini europei voteranno domenica per un nuovo governo in Germania. Al centro del dibattito il fisco, la guerra, la disoccupazione. Ecco come l'ha seguito il non profit tedesco

di Giulio Leben

Ormai i giochi sono fatti, o quasi. Fra poco più di 48 ore la Germania andrà infatti al voto per eleggere il nuovo governo e quindi il nuovo Cancelliere. In lizza, come è stato ripetuto da qualche settimana in tutte le salse: il socialdemocratico Gerhard Schröder (SPD), cancelliere uscente, contro la cristiano-democratica Angela Merkel (CDU). Alleati del primo i Verdi, mentre la CDU è appoggiata dai liberali della FDP. Terzo incomodo: la coalizione Linkspartei-PDS, nata dall?ex segretario socialdemocratico Oskar Lafontaine (che ha abbandonato la SPD nel 1999) e Gregor Gysi (PDS, erede della SED, il partito filosovietico al tempo del regime in Germania dell?Est). Come di consueto, anche in Germania le elezioni sono state accompagnate dai soliti sondaggi. L?ultimo a disposizione vede la CDU/CSU al 40,43% e il suo alleato la FDP al 7,28 (47,71% insieme); la SPD al 33,54% e i Verdi all?8,06% (41,6); la coalazione Linkspartei-PDS al 7,84%; e altri al 2,85%. Se questi dovessero essere i risultati finali ? cosa per nulla scontata ? nessuno avrebbe la maggioranza. In Germania, infatti, il sistema elettorale è di tipo proporzionale con sbarramento al 5%, ma non prevede premi di maggioranza: questi sono i voti e questi rimangono. Ad aggiungere carne al fuoco, il 7% della coalizione alla sinistra della SPD, la Linkspartei-PDS, potrebbe riserbare diverse sorprese. Fra rotture, ma anche accordi (negati da entrambe le parti durante la campagna elettorale), in quest?ultimo caso i numeri tra centro-destra e centro-sinistra si attesterebbero su un imbarazzante 48 e 48 per cento. Per evitare, inoltre, la cosiddetta ?Große Koalition?, ovvero l?accordo fra SPD e CDU al governo (a danno dei partiti più piccoli nonché alleati) si stanno impegnando tutti. Nessuno infatti la vuole, sebbene allo stato delle cose sembra essere la conclusione più logica. Non solo non la vogliono i Verdi, i liberali e la Linkspartei-PDS, a parole non la vuole la CDU, che confida ancora di ottenere una maggioranza in Parlamento, ma non la vuole nemmeno la SPD, e in particolare Gerhard Schröder che, fosse l?unica strada percorribile, a qual punto sarebbe costretto a cedere il posto di Cancelliere alla sua avversaria in cambio di un ministero. E il Terzo settore tedesco? Sembra però che la ?Große Koalition? non la vogliano nemmeno i tedeschi, tanto che nelle ultime ore è scattata la caccia al voto degli indecisi. Fra i giovani, gli immigrati, e persino i tedeschi all?estero. Si scopre così che più dell?80% dei turchi-tedeschi residenti in Germania sosterranno il governo uscente. Che il secondo gruppo di immigrati presente in Germania, gli italiani, si asterranno dal votare o eventualmente favoriranno Gerhard Schröder, che i giovani ? categoria giornalistica di dubbia esattezza ? hanno poca stima della politica e dei partiti e per questo in molti non andranno a votare. Tanto che Diakonie (Organizzazione non profit nazionale promossa dalla Chiesa evangelica) si è schierata contro l?astensionismo. A tal scopo ha messo online il sito www.nutzedenraum.de (utilizza quella stanza), dove invita tutti i giovani ad andare al seggio ovvero a entrare nella cabina elettorale, da cui ?Nutze den Raum?. Ma se alcuni giovani seguiranno il consiglio, altri hanno già fatto la propria scelta. Come in Italia, anche in Germania, molti hanno pensato bene di esprimere il proprio dissenso giocando con i cartelloni elettorali. Se poi la Caritas tedesca non si è espressa esplicitamente, la prima e più grande centrale del Terzo settore tedesco, der Deutscher Paritätischer Wohlfahrtsverband – Gesamtverband e. V., si è lanciata in una vera e propria campagna a sostegno dell?impegno civile, organizzando incontri con molti candidati, analizzando i programmi dei partiti, e rendendo il tutto disponibile sul sito www.wahl.paritaet.org al grido di ?Respekt statt Ignoranz ? Teilhabe statt Ausgrenzung? ovvero ?Rispetto invece che Ignoranza ? Partecipazione invece di Esclusione?. Lo stesso dicasi per AWO (Arbeiterwohlfahrt), la quarta centrale di solidarietà in Germania, più piccola e più attenta al mondo del lavoro. Che sul proprio sito ha reso a disposizione di candidati, cittadini e soci, una riflessione su cosa bisogna fare e quali sono i punti irrinunciabili. Tra questi: la difesa dello stato sociale attraverso la partecipazione del cittadino, l?integrazione nel mondo del lavoro dei migranti, la difesa dell?infanzia e il rafforzamento del ruolo della famiglia. Sapremo di più lunedì.


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