Cronache russe

Georgia, il “Sogno” di Putin

Nelle elezioni a Tbilisi si afferma il partito filorusso "Sogno Georgiano", col moltiplicarsi di notizie di brogli e minacce. Le similitudini con Ucraina e Moldavia

di Alexander Bayanov

Le recenti elezioni parlamentari in Georgia hanno regalato una vittoria incerta ma comunque una vittoria (54%) al partito “Sogno Georgiano”, al governo da 12 anni, noto per aver adottato leggi discriminatorie nei confronti degli agenti stranieri e per aver vietato la propaganda Lgbt+, secondo il modello russo. Sulla base dei risultati elettorali “Sogno Georgiano” può formare un governo, ma non ha una maggioranza costituzionale. 

Opposizione ferma al 38%

I partiti di opposizione ricevono complessivamente circa il 38% dei voti, ma hanno contestato i risultati elettorali. Inoltre la Commissione Internazionale di Monitoraggio – Iri ha registrato numerose violazioni e irregolarità. Secondo questo ente, ad esempio, i rappresentanti del partito al governo «Sogno Georgiano» hanno ritirato le carte d’identità degli elettori creando così pressione psicologica e facilitando la compravendita di voti, in un’atmosfera di paura e intimidazione. Tra le violazioni evidenti, gli osservatori dell’Iri hanno notato pressione sistematica sugli elettori, compravendita di voti, votazioni ripetute. Il canale Telegram Sova Georgia riferisce che alcuni cittadini hanno raccontato di essere stati minacciati di essere privati dei benefici sociali se non avessero sostenuto il partito al governo. Inoltre, gli osservatori hanno sottolineato che il partito al potere ha utilizzato le risorse statali per aumentare la propria attività.

Le ampie discrepanze tra i dati degli exit poll pubblicati subito dopo le elezioni non aggiungono chiarezza alla situazione attuale. 

«Gli exit poll sono stati condotti dai sondaggisti su richiesta dei partecipanti alle elezioni stesse. I servizi di Georgian Opinion Research Business International – Gorbi sono stati pagati dal canale televisivo filogovernativo Imedi: secondo i loro dati, “Sogno Georgiano” ha ricevuto circa il 60% dei voti. I servizi delle altre società di ricerca, Edison Research e Savanta, sono stati commissionati dai canali televisivi dell’opposizione Formula e Mtavari. Per loro, il partito al governo ha ricevuto dal 40 al 42%. La verità è finita nel mezzo: 54%. Pertanto, non sorprende molto che si siano verificate tali discrepanze. Chi ha ordinato la musica, l’ha ottenuta», ha detto a VITA Georgiy Yuriyev, studioso emigrato da Mosca e residente a Tbilisi.

Gli avversari dei putinisti ancora divisi

La situazione è tale che, come abbiamo scritto nella pubblicazione precedente, l’opposizione non è stata in grado di superare le divisioni e unirsi in un fronte unico. Abbiamo chiesto a Yuriyev cosa sta succedendo adesso nelle strade di Tbilisi dato che l’opposizione non ha riconosciuto i risultati elettorali: possiamo aspettarci proteste significative?

“Per ora è tutto tranquillo. Molto probabilmente l’opposizione annuncerà grandi proteste nei prossimi giorni. È ancora molto difficile prevederne la portata e gli effetti. Anche nelle elezioni del 2012 la situazione era molto tesa, ma quando «Sogno Georgiano» – allora ancora l’opposizione – ha battuto il Movimento Nazionale di Saakashvili, la transizione al potere è stata calma. Saakashvili ha ammesso la sconfitta e ha ceduto. «Sogno Georgiano», a giudicare dalle ultime dichiarazioni, rimarrà al potere fino all’ultimo».

Secondo il nostro interlocutore, «nel 2003, le elezioni parlamentari si conclusero con la cosiddetta Rivoluzione delle Rose. I sostenitori di Saakashvili contestarono i risultati, che davano la vittoria al partito di Shevardnadze e ai suoi alleati, e dopo diverse settimane di protesta, Shevardnadze si dimise e vennero indette nuove elezioni che furono vinte dal partito di Saakashvili. Credo che uno scenario simile non sia possibile quest’anno, nonostante il gran numero di violazioni registrate per falsificare il voto». 

Secondo Yuriyev , «nel 2003 la società georgiana era più povera, si stava appena riprendendo dalle conseguenze della guerra civile e la tensione sociale era elevata.  Ora, mi sembra, la componente sociale della protesta si è ridotta. Sì, la Georgia è ancora una repubblica povera con salari bassi, eccetera, ma la differenza principale tra l’opposizione e l’attuale governo è politica, e riguarda l’adesione all’Unione Europea e il riavvicinamento agli Stati Uniti.  Per le generazioni più giovani», concluse, «questo è un requisito fondamentale, per la generazione più anziana, che “Sogno Georgiano” ha spaventato per tutto il mese con manifesti elettorali che hanno utilizzato la guerra come spauracchio, a quanto pare no».


I leader della Coalizione per il cambiamento: al centro Nika Gvaramia, a destra Elene Khoshtaria e a sinistra. Foto Zurab Tsertsvadze/AP Photo/LaPresse

Le analogie con Chisinau

Come in Moldavia, la società georgiana è divisa e si riconosce nel risentimento sovietico, la cui narrazione è formulata da Vladimir Putin. Gli eventi in corso in questi paesi sono molto simili. La generazione più anziana teme il ripetersi sia della guerra civile che dell’aggressione russa del 2008, quando la Georgia perse sia l’Ossezia del Sud che l’Abkhazia, e nella sua campagna elettorale «Sogno Georgiano» ha capitalizzato su queste paure.

«Penso che il problema non sia tanto nel risentimento sovietico», riprende Yuriyev, «quanto nello speculare su di esso. Credo che “Sogno Georgiano” sia semplicemente un partito populista che vuole a tutti i costi restare al potere. Per questo si aggrappano a qualunque pretesto, minacciando e confondendo le idee agli elettori più anziani, che sono già parecchio confusi …».

Quali sono le previsioni su come si svilupperanno ulteriormente gli eventi? Gli chiediamo ancora. «La reazione di Stati Uniti e Unione Europea non è ancora del tutto definita. Penso che presto tutto si chiarirà. Se i paesi occidentali riconoscessero che i risultati delle elezioni sono truccati, molto probabilmente il prossimo passo sarà la cancellazione dell’accordo di esenzione dal visto tra la Georgia e l’Europa, discusso prima delle elezioni. I cittadini georgiani non potranno cioè più viaggiare nei paesi dell’UE utilizzando un normale passaporto internazionale».

Anche qui la legge “sugli agenti stranieri”

Nelle dichiarazioni preelettorali, spiega ancora Yuriyev , “Sogno Georgiano” ha affermato di voler trattare con l’opposizione e con Saakashvili, e questi passi, si potrebbe dire, sono stati fatti quest’anno, quando il parlamento ha adottato la legge sull’influenza straniera – una copia della legge russa sugli agenti stranieri. È difficile dire cos’altro si potrebbero inventare, ma uno scenario di eliminazione dell’opposizione sulla falsariga di quanto accaduto con il quartier generale di Navalny in Russia (status estremista e terrorista, procedimenti penali contro leader particolarmente importanti, ecc.) non mi sorprenderebbe affatto», conclude Yuriyev.

La divisione nella società georgiana, come in Russia, Ucraina e Moldavia, si verifica non solo tra le generazioni più anziane e quelle più giovani, ma anche tra la popolazione urbana e quella rurale. «L’urbanizzazione», prosegue Yuriyev, «sta spingendo i giovani fuori dalle zone rurali e li sta spostando verso le grandi città. A Tbilisi, Kutaisi e Batumi – le maggiori città della Georgia – ha vinto l’opposizione, mentre nelle zone rurali e in quelle con una predominanza di popolazione armena o azera, così come nelle aree socialmente svantaggiate, “Sogno Georgiano” ha ottenuto fino al 70-80%».

Ucraina, Moldavia e Georgia, vicende simili

Pur tenendo conto di tutte le differenze, gli eventi che si svolgono nelle ex repubbliche sovietiche, in Ucraina, Moldavia e Georgia, sono accomunati da diversi punti: «La presenza di enclave che esistono da molto tempo», conclude Yuriyev, non sotto il controllo delle autorità centrali controllate direttamente dalla Russia; la presenza di azioni militari recenti o in corso sui loro territori a cui la Russia ha partecipato o partecipa direttamente o indirettamente; un alto livello di povertà tra i residenti rurali; il potenziale di protesta delle grandi città, con una popolazione giovane attiva, che fa la sua scelta a favore del riavvicinamento all’Unione Europea e che generalmente non capisce quali siano le “minacce” né quali “valori” sarebbero a rischio secondo le reiterate affermazioni di Putin e dei partiti filo-russi».

Nella foto di apertura, di AP Photo/Shakh Aivazov/LaPresse, militanti di Sogno Georgiano, manifestano in centro a Tbilisi alla vigilia del voto.

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