Politica
Gentiloni: la ripresa economica senza quella sociale non basta
Il premier a Torino per presentare la riforma del Terzo settore: " Non basta la ripresa del mercato interno; la boccata d’ossigeno può solo arrivarci dal mondo del Terzo settore che ha delle straordinarie caratteristiche di flessibilità, adattabilità, specificità e di intensità di lavoro per colmare quelle lacerazioni"
di Anna Olivero
Torino, toccata e fuga. Il tempo di vedere come sole e pioggia si alternano su una città a ridosso delle montagne. Ma soprattutto per battezzare ufficialmente la primavera del Terzo settore che con l’approvazione della riforma il 3 luglio è stata finalmente normata. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni venerdì 21 è stato nel capoluogo piemontese, culla dei santi sociali, città che da sempre ha avuto una particolare vocazione per l’inclusione. Qui ha visitato alcune realtà che si occupano di volontariato e impresa sociale.
Dapprima è stato da ETIKØ “diversamente bistrot”, il progetto ristorativo dell’Opera torinese del Murialdo, legato alla sostenibilità sociale ed ambientale. Ad accogliere il premier c’erano il sindaco, Chiara Appendino, e il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino. Seconda tappa al Sermig, l’arsenale della Pace e infine alla sede della Cooperativa Piergiorgio Frassati dove ha incontrato, insieme al sottosegretario Luigi Bobba, al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti e alla portavoce del Forum del Terzo Settore Claudia Fiaschi, le associazioni, gli operatori e la stampa.
“L’Italia sociale è una delle parti migliori del nostro Paese. Abbiamo un universo che attraverso forme di volontariato, di impresa, di cooperazione si mobilita e si impegna e di questo dobbiamo essere orgogliosi”. Il presidente Gentiloni ha poi fatto riferimento al triennio di percorso della riforma “che proprio adesso dovrà trovare concretezza, portando ancora a termine i 39 atti amministrativi necessari”. Parlando del lavoro del sottosegretario Bobba e del Ministro Poletti, si è detto soddisfatto dell’approccio con cui si è intrapreso l’iter di una riforma “che rende più trasparente, più vantaggioso, più efficiente il lavoro di questa Italia sociale”.
Gentiloni non ha poi potuto esimersi da un cenno alle congiunture economiche del nostro Paese: “Compaiono dei numeri positivi dal punto di vista della crescita ma chi di noi abita la società sa che ci sono profonde lacerazioni e la sfida di ricucirle non è ancora vinta. Non basta la ripresa del mercato interno; la boccata d’ossigeno può solo arrivarci dal mondo del Terzo settore che ha delle straordinarie caratteristiche di flessibilità, adattabilità, specificità e di intensità di lavoro per colmare quelle lacerazioni”. Ha concluso poi con un riferimento alla cronaca giudiziaria capitolina. “Questa riforma è anche l’occasione per gridare a gran voce che quegli episodi di corruzione e quelle degenerazioni non rappresentano il vero Terzo settore”.
Ed è proprio la necessità di trasformare la norma in una sfida quotidiana il primo passo -già intrapreso- all’indomani del 3 luglio, così come ha affermato il sottosegretario Bobba. “Inoltre in questi giorni arriverà lo Statuto della Fondazione Italia Sociale e il menù sarà completo”. Soddisfazione anche da parte di Giuliano Poletti che ha posto l’attenzione sul pregio di questa riforma che ha saputo sin da subito accettare la pluralità di espressioni che hanno caratterizzato il Terzo Settore negli anni: “Adesso la legge deve permeare la nostra vita e non escludo che possa contribuire alla lotta alla povertà”. Pragmatica Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Terzo Settore, che ha parlato di una imminente costituzione di un tavolo interistituzionale per raccogliere, analizzare e risolvere le problematiche che emergeranno dall’applicazione della riforma: “Son certa che questo ci aiuterà a mettere in pratica nuovi modi per costruire la nostra comunità".
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