Famiglia
Genova: maxi sequestro di merce cinese
La Guardia di Finanza ha scovato un magazzino clandestino a Brescia con medicinali, cibo, polli e uova scaduti.
di Chiara Sirna
Medicinali di origine cinese sequestrati, cibo scaduto, polli e uova provenienti dalla Cina importati clandestinamente, ma anche tre ambulatori medici clandestini (in uno dei quali, tra l’ altro, si stava facendo una flebo un italiano) posti sotto sequestro. E’ questo il risultato della maxioperazione conclusa nei giorni scorsi dalla Guardia di finanza di Genova, originata dopo il ritrovamento, nel porto genovese, di un container di prodotti alimentari cinesi scaduti destinati ad un magazzino a Brescia.
Secondo quanto appreso, nel magazzino di Brescia, perquisito alla fine di ottobre, i finanzieri genovesi hanno rinvenuto un biglietto con l’ indicazione del tipo di un’ auto (Peugeot), una data e la parola ‘Genovaovest’. Alla data indicata, i finanzieri hanno fermato tutte le Peugeot che transitavano dal casello di Genova Ovest fino a quando non hanno trovato un cittadino cinese che sull’ auto trasportava borse con il marchio contraffatto.
Il cinese è titolare di un magazzino a Sestri Levante (Genova) che é stato perquisito: qui le Fiamme gialle hanno trovato un’ ingente quantità di medicinali cinesi vietati in Italia. L’ esame dell’ agenda telefonica del cinese ha portato la Finanza a cinque numeri di telefono attivi in alcune erboristerie e negozi di alimentari in provincia di Firenze. Ottenuto il mandato di perquisizione, la Guardia di finanza ha messo sottosopra i cinque esercizi commerciali scoprendo ancora cibo e medicinali illegali e, nel retrobottega delle erboristerie, tre gabinetti medici clandestini.
In uno di questi, i finanzieri hanno trovato anche un cittadino italiano che stava facendosi una flebo. L’ uomo si è giustificato dicendo che “farsi una flebo qui costa meno”. In tutto, la Finanza ha sequestrato oltre 150 mila prodotti medicinali contraffatti, cibo scaduto, cosce di pollo e 11 mila uova importate in Italia clandestinamente.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.