Famiglia

Genova, alla scoperta della città verticale

Un itinerario insolito tra creuze, funicolari e fortificazioni

di Silvano Rubino

Genova verticale. Un verso di una poesia di Giorgio Caproni, una definizione folgorante di una città sempre in lotta con l?esiguità degli spazi disponibili tra mare e montagne, piena di salite (o discese), pendii, saliscendi. Una città ripida, faticosa per chi la vuole percorrere a piedi. Ovvio che nella sua storia abbia fatto ricorso alla tecnologia per superare i dislivelli: funicolari, una tramvia a cremagliera, un trenino che si arrampica sulle montagne. E gli ascensori, come quello di Castelletto. Che regala un panorama così mozzafiato da essere paragonato, sempre da Caproni, a un passaggio verso il paradiso.

La SPIANATA DI CASTELLETTO, punto d?approdo della salita in ASCENSORE (partenza da piazza Portello), è una terrazza affacciata direttamente sui tetti d?ardesia del centro storico, un luogo privilegiato per raccogliere in un unico sguardo le tante facce della città: il cuore antico con i campanili romanici, i quartieri borghesi di levante, le gru e i container sui moli, il complesso del PORTO ANTICO recuperato da Renzo Piano, cuore pulsante della nuova vocazione turistica di Genova. Proprio quest?area, tra l?altro, offre un?altra occasione unica di godersi la città verticale: l?ASCENSORE PANORAMICO DEL BIGO (originariamente una gru montata sulle navi da carico). A 40 metri di altezza, in una cabina rotante interamente trasparente, si può spaziare con lo sguardo a 360 gradi.

Altra possibilità di salita vertiginosa: la FUNICOLAREZECCA-RIGHI, che dal centro della città (Largo Zecca) conduce alla collina del Righi, spazio verde prediletto dai Genovesi per passeggiare e correre. Costruita all?inizio del secolo scorso, è la più lunga delle funicolari genovesi, con un tunnel iniziale di 700 metri. La stazione di arrivo è dotata di terrazze panoramiche, tanto per non farsi mancare un altro colpo d?occhio, molto più elevato dei precedenti (300 metri sul livello del mare). Da lì ci sono due possibilità: la prima è scendere (partendo da Salita Porta delle Chiappe) lungo le CREUZE, le tipiche strade in pietra e mattoni rossi cantate da Fabrizio De André e che fin dai tempi remoti uniscono il mare all?entroterra. Strade silenziose (nella maggior parte dei casi sono pedonali), circondate dai muri di cinta delle case addossate l?una all?altra, punteggiate di edicole e tabernacoli.

L?alternativa per chi ha gambe allenate è una gita ai FORTI, lungo la cinta delle seicentesche Mura nuove che orlano ancora intatte la collina del Righi: il primo che si incontra, lungo via del Peralto, è il Forte Castellaccio. Poi si arriva allo Sperone, il miglior punto per guardare la città dall?alto. A seguire, lungo una mulattiera che segue gli antichi bastioni sul crinale, il Puin, il Fratello Minore e il Diamante, sulla vetta di una collina erbosa, solitario e un po? tetro.

Il giro (che richiede una mezza giornata) si può concludere, scendendo lungo un sentiero ben indicato, alla stazione di Campi della FERROVIA GENOVA-CASELLA, per i Genovesi semplicemente ?il trenino?. Una ferrovia a scartamento ridotto, nata negli anni 20 per unire il capoluogo ad alcuni centri dell?entroterra, oggi mezzo di trasporto prediletto per gli habitué delle scampagnate domenicali.

Sconsigliata per chi ama la velocità (il trenino ci mette più di un?ora a percorrere i 30 chilometri di tracciato), ma consigliatissima per chi ama i panorami: nel tratto da Campi a Genova scende lungo il crinale appenninico sul margine destro della Val Bisagno costeggiando in parte i resti dell?ACQUEDOTTOMEDIEVALE e offrendo una bella veduta sul CIMITERO MONUMENTALE DI STAGLIENO. Restando incollati al finestrino si può spaziare sulla Genova di Levante fino al mare e al promontorio di Portofino, mentre in alto dominano ancora le sagome dei Forti.

Ultima – e quasi obbligata – tappa del tour: LA LANTERNA, il simbolo della città. Ci si arriva a piedi dal quartiere di San Benigno lungo un bel percorso turistico che segue ancora una volta il tracciato delle mura che difendevano la città sino al mare. Una passeggiata dentro la parte del porto ancora attiva, suggestiva proprio perché consente di fare la conoscenza di quel che rimane della città portuale e industriale. Poi, i 300 gradini di ardesia portano alla cima del faro (oggi sede di un interessante museo). L?ultimo, e sicuramente memorabile, sguardo sulla città verticale.

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