Salute

Generici anti-cancro: Novartis all’attacco

Chiede di bloccarne la produzione. Domani l'udienza. Le ong: a rischio migliaia di vite

di Redazione

Il colosso Novartis torna in tribunale domani 28 marzo per impedire che farmaci di sua produzione vengano replicati in India in versioni generiche e a costi decisamente accessibili. 

Lo rende noto Oxfam Italia in un comunicato.

“L’udienza presso la Corte suprema indiana”, prosegue la nota “giunge a sei anni dalla prima sconfitta subita dalla Novartis nella causa intentata per impedire le versioni generiche del farmaco anti-cancro Glivec, che costano fino a dieci volte di meno dell’originale. Novartis cerca ora un appiglio legale per ostacolare le industrie farmaceutiche indiane che producono medicine meno costose e che riforniscono la maggior parte dei paesi in via di sviluppo”.

Anche Medici Senza Frontiere scende in campo. In queste ore è in corso la mobilitazione “Prima la vita, poi il profitto” in Piazza Montecitorio.  MSF è preoccupata che la causa possa avere “gravi conseguenze sull’accesso a farmaci generici di qualità a basso costo per le persone nei Paesi in via di sviluppo”.

MSF fa affidamento ai farmaci a basso costo prodotti in India per “curare più di 160.000 persone sieropositive nei paesi in via di sviluppo. L’India è anche la fonte dell’80% dei farmaci antiretrovirali acquistati da donatori come il Fondo Globale. Quest’ultimo si trova oggi ad affrontare una grave crisi di finanziamenti perchè i paesi donatori stanno riducendo progressivamente il loro sostegno per la lotta all’AIDS e l’Italia non paga le sue quote ormai dal 2009″.

“La complessa battaglia legale sull’applicazione delle regole in materia di brevetti”, sottolinea dal canto suo Oxfam Italia, “potrebbe stabilire un precedente. Se Novartis vincesse la causa, rivendicazioni dello stesso tipo, pendenti in altri tribunali, potrebbero avere successo e dare ragione agli interessi delle multinazionali farmaceutiche, trascurando il diritto di milioni di persone la cui vita dipende da medicinali generici a basso costo“.

“Novartis ha perso la prima causa, ma è più che mai decisa a continuare la battaglia legale e determinata a stabilire un precedente. Poco importa se ciò può avere un impatto devastante su milioni di persone nei paesi in via di sviluppo”, avverte Rohit Malpani, portavoce di Oxfam.

“I farmaci generici prodotti in India”, spiega Oxfam, “sono tra i più economici del mondo e per milioni di persone sono fondamentali per la cura di malattie gravi. Il 90% delle medicine per la cura di HIV/AIDS provengono dall’India, ma l’azione di Novartis rischia di compromettere il futuro di quella che si può definire ‘la farmacia dei paesi in via di sviluppo’ e la sua competitività sul mercato. Se la causa del colosso farmaceutico andrà a buon fine, ci sarà un aumento dei prezzi con pesanti conseguenze sulla salute pubblica mondiale”.
 
Questa battaglia legale è una minaccia per i malati di cancro, HIV e AIDS, diabete e altre patologie gravi, che sono troppo poveri per potersi permettere cure adeguate”, ha detto Malpani. “L’India è un esempio di coraggio, perché resiste alle pressioni delle multinazionali farmaceutiche e antepone i diritti del malato al profitto”

La replica di Novartis

Dal canto suo Novartis ritiene che la legge indiana sia iniqua, perché sottrae la possiblità di recuparare gli investiemnti fatti in in ricerca e sviluppo: “Novartis sta solo cercando di fare chiarezza: possiamo contare sui brevetti in India? E poi, come organizzazione basata sulla ricerca, possiamo continuare a investire nello sviluppo di farmaci migliori per l’India?”, dichiara Rajit Shahani, a capo della divisione indiana della multinazionale. “Si tratta di salvaguardare gli incentivi per medicinali migliori in modo che i bisogni dei pazienti saranno soddisfatti in futuro “, ha aggiunto. Sottolineando la necessità di protezione del brevetto Shahani aggiunge: Senza brevetti  non ci potranno essere attività di ricerca e senza ricerca non ci saranno farmaci innovativi, che a sua volta significa che non ci saranno generici. Questo sarà a scapito complessivo dei servizi sanitari e dei pazienti.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.