Sostenibilità

Gela, capitale mondiale delle malformazioni

Tumori e disturbi congeniti a livelli altissimi

di Redazione

Il racconto in prima persona di un pediatra, presidente di un’associazione che da anni denuncia la grave situazione sanitaria nella città sede del petrolchimico. Inchieste, interpellanze parlamentari. Ma ancora pochi risultati concreti
Da oltre due anni, cinque pediatri di base, un ginecologo del consultorio di Gela e una genetista hanno costituito un’associazione (Osa – Osservatorio salute ambiente) con l’obiettivo di denunciare la drammatica situazione epidemiologica e sanitaria in cui versa la città. Il sottoscritto in qualità di consigliere comunale aveva già nel 2002 fatto votare una mozione con la quale si chiedeva l’istituzione di un Osservatorio epidemiologico dei nati malformati dal momento che i neonati con malformazioni che avevo visitato in quell’anno mi erano sembrati veramente tanti. Cominciai a sospettare che probabilmente la presenza della raffineria nel nostro territorio, da oltre 50 anni, aveva potuto provocare qualche danno genetico. All’inizio del 2003 anche la Procura di Gela comincia  ad indagare.
La Procura affida l’incarico ad un’équipe di periti (guidata da un ricercatore del Cnr, Fabrizio Bianchi), di investigare su un eventuale rapporto di causa-effetto tra malformazioni, tumori ed ambiente. Nel 2006, la suddetta équipe di esperti pubblica sulla rivista scientifica Epidemiologia e Prevenzione (gennaio-febbraio) i dati relativi alla situazione di Gela. I ricercatori concludono affermando: «I risultati ottenuti rafforzano l’ipotesi di un ruolo causale di fattori di rischio presenti nell’area di Gela nell’eziologia di malformazioni congenite e indirizzano verso azioni per comprendere le cause degli eccessi osservati». Gli eccessi osservati si riferiscono «alla prevalenza alla nascita di ipospadie risultata tra le più elevate mai riportate in letteratura».
La diffusione di questi dati ha fatto sì che le adesioni alla nostra associazione si accrescessero a dismisura, raccogliendo oltre 200 famiglie di genitori con bambini affetti da malformazioni neonatali. Siamo riusciti a infrangere  il muro del silenzio, portando in “piazza” la denuncia  e l’indignazione nei confronti dell’Eni e richiedendo un forte risarcimento collettivo consistente nella creazione di un centro ricerca e cura per le cosiddette “malattie da industrializzazione”. A queste denunce, non solo all’opinione pubblica ma anche alla magistratura, da parte del sottoscritto, nella qualità di presidente Osa, sono seguite interpellanze parlamentari, l’istituzione di un tavolo tecnico-politico interministeriale per studiare il “caso-Gela”. Ma come spesso accade in Italia, Gela continua a contare i suoi numerosi eccessi di mortalità per tumore del colon, del polmone, della laringe, della vescica e dei linfomi. La pone a «capitale mondiale per le malformazioni a carico dell’apparato uro-genitale, dell’infertilità soprattutto maschile, e di interruzioni volontarie di gravidanza per feti malformati».
Tutto ciò abbiamo denunciato e continuiamo a denunciare, chiedendo allo Stato di intervenire non solo sulle bonifiche, ma di investire nella ricerca delle cause, finanziando l’istituzione di un Irccs (istituto di ricovero e cura con carattere scientifico) per le malattie da industrializzazione, vera sfida per la medicina del terzo millennio.

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