GB: no al pazzo shopping, fa malissimo

‘Shop till you drop’: fare shopping fino all’esaurimento, per dissipare la noia e combattere la depressione, conduce al debito e alla miseria, e non alla felicita’. Per questo, il governo della Gran Bretagna e’ stato sollecitato a cambiare politiche, in modo da frenare la smania consumista dei cittadini di Sua Maesta’. Secondo un rapporto della Commissione governativa per lo sviluppo sostenibile, la ‘terapia dell’acquisto’ e’ infatti spinta da profonde forze evolutive come la competizione sessuale e il bisogno di mostrare cio’ che si possiede, nel tentativo di migliorare il proprio status sociale. Essa, pero’, non rende felice la gente, ne’ dal punto di vista psicologico ne’ da quello sociale. I consumi cospicui danneggiano invece l’ambiente e la qualita’ della vita per tutti, approfondendo le ineguaglianze e l’insicurezza determinata dall’alto livello di debito, accumulato per procurarsi i beni di consumo desiderati. ”Questa e’ praticamente un’area tabu’ per il governo – ha sottolineato Jonathan Porrit, presidente della Commissione – perche’ l’economia si basa sulla spinta al consumo, ma non si puo’ andare avanti cosi’. L’impatto sociale ed ambientale dei consumi eccessivi andra’ a distruggerne i benefici”. Secondo il rapporto, il Governo di Tony Blair non puo’ continuare ad ignorare il crescente indebitamento personale e la ”miseria della trappola dei consumi”. I bambini dovrebbero imparare a scuola i principi dei consumi sostenibili. Gruppi e famiglie, continua il rapporto, che hanno sviluppato una cultura di consumi per cui si compra soltanto quello di cui si ha bisogno, sono riusciti a diminuire l’uso delle risorse ed i rifiuti. Allo stesso tempo, la loro qualita’ della vita, la soddisfazione personale ed il senso di coinvolgimento nella comunita’ sono migliorati.