Medio Oriente

Gaza, uccisi 278 operatori umanitari

39.363 palestinesi sono stati uccisi e quasi 91mila feriti. Circa l'86% di Gaza ha subito uno sfollamento forzato. La disponibilità di acqua è diminuita del 94% rispetto ai livelli precedenti a ottobre. I recenti attacchi dell'esercito israeliano hanno preso di mira anche i convogli e i rifugi delle Nazioni Unite e delle ong, compromettendo gravemente la consegna degli aiuti.  

di Redazione

L’ultimo rapporto sulla situazione umanitaria, a cura delle ong che operano a Gaza, ha rivelato condizioni disastrose e diversi ostacoli che impediscono o limitano gli sforzi di soccorso nella regione. Il rapporto, che copre il periodo dal 13 al 29 luglio 2024, descrive in dettaglio l’escalation della crisi umanitaria che stanno affrontando i 2,1 milioni di palestinesi che vivono a Gaza.  

Al 29 luglio, 39.363 palestinesi sono stati uccisi e quasi 91mila feriti. Migliaia di persone sono rimaste sepolte sotto le macerie e si presume siano morte. Circa l’86% di Gaza ha subito uno sfollamento forzato ed è sotto “ordine di evacuazione”, essendo costretto a cercare rifugio nel restante 14% della Striscia. Quasi mezzo milione di persone sta vivendo livelli catastrofici di insicurezza alimentare. La disponibilità di acqua è diminuita del 94% rispetto ai livelli precedenti a ottobre. Dall’ottobre 2023 sono stati uccisi 278 operatori umanitari. I recenti attacchi hanno preso di mira anche i convogli e i rifugi delle Nazioni Unite e delle ong, compromettendo gravemente la consegna degli aiuti.  

Il rapporto evidenzia anche diversi episodi che hanno esacerbato la situazione umanitaria: il 21 luglio, le forze israeliane hanno sparato contro un convoglio delle Nazioni Unite a Gaza City. Attacchi simili si sono verificati il 23 luglio contro convogli dell’Unicef. Tra il 22 e il 27 luglio, gli ordini di evacuazione hanno allontanato circa 200mila persone da Khan Younis e altre 12.600 dai campi di Deir al Balah. Il 26 luglio è stata bombardata la principale fonte di acqua potabile a Rafah e il 27 luglio un attacco aereo contro una scuola femminile a Deir al Balah ha ucciso almeno 30 persone.  

Il blocco israeliano, comprese le restrizioni su elettricità, cibo, acqua e carburante, continua a ostacolare gli aiuti. La grave mancanza di materiali e la scarsità di carburante hanno un impatto sulla manutenzione delle infrastrutture e dei servizi essenziali. Inoltre, la chiusura delle frontiere e le barriere amministrative impediscono la fornitura efficace di servizi medici e la riabilitazione delle infrastrutture.  

«È urgente», scrivono le ong, «che la comunità internazionale intervenga e fornisca un sostegno sostanziale per affrontare la crisi umanitaria a Gaza. Chiediamo l’immediata rimozione del blocco su Gaza, la protezione degli operatori umanitari e l’accesso immediato alle forniture e ai servizi essenziali per la popolazione di Gaza, in modo da poter sostenere adeguatamente i nostri partner che, contro ogni previsione, continuano a fornire cure salvavita in una delle peggiori crisi umanitarie del mondo».

Credit foto:AP/Abdel Kareem Hana


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