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GAZA. Tiro al bersaglio su contadini e internazionali. Il video
"Mentre accompagnavamo gli agricoltori palestinesi ai loro campi, i soldati israeliani ci hanno sparato addosso, mancandoci di pochi centimetri", denuncia il pacifista italiano dell'International solidarity movement Vittorio Arrigoni
Questione di centimetri. “Alcuni proiettili hanno colpito il terreno a meno di mezzo metro da dove mi trovavo: uno di questi è passato a pochi centimetri dal mio viso”. Non è il racconto di un’azione di guerra quello di Vittorio Arrigoni, volontario italiano del corpo civile di pace Ism (International solidarity movement). O meglio, non dovrebbe esserlo, visto che la guerra a Gaza è stata dichiarata conclusa da un mese e mezzo e le diplomazie sono al lavoro da allora. Ma quello che succede al confine fra la Striscia e Israele fa pensare che le ostilità siano ancora in corso, perlomeno da parte di Tsahal, l’esercito israeliano.
È lo stesso Arrigoni a raccontare l’accaduto, del quale c’è un video disponibile (qui a lato): “Alle 9 di mattina di martedì scorso, il 24 febbraio, con altri volontari mi trovavo a Khozaa, vicino a Khan Younis, accompagnando agricoltori palestinesi, noi e loro visibilmente tutti civili disarmati, a lavorare nelle loro legittime terre ad una distanza di circa 600 metri dal confine”. Gli attivisti dell’Ism, unici internazionali a essere rimasti nella Striscia durante i recenti bombardamenti, si affiancano ai contadini palestinesi per tutelare la loro incolumità e prevenire scontri con Tsahal. “A un certo punto, senza preavviso, gli snipers (cecchini, ndr) israeliani hanno aperto il fuoco, per poco non ci ammazzavano”, riprende Arrigoni. Nonostante gli inviti a cessare il fuoco con il megafono da parte degli attivisti, la soluzione finale è stata quella di abbandonare il campo, e rinviare il raccolto. “Questa è solo l’ultimo di altri episodi simili: ad esempio, qualche giorno prima, nonostante la presenza di internazionali, gli stessi soldati avevano ferito Mohammad al-Buraim, un contadino sordomuto. Anche in questo caso, c’è un video che lo dimostra”.
I volontari, infatti, riprendono ogni loro azione di interposizione nonviolenta per poi riversare su internet e mandare alle autorità competenti i filmati. “Continueremo ad accompagnare i contadini ai campi, così come i pescatori a pescare nelle acque palestinesi al largo di Gaza, dove spesso la Marina israeliana interviene con metodi altrettanto duri”, spiega Arrigoni, “quello che serve è però l’attenzione della comunità internazionale su quanto accade, mass media in primo luogo, per questo vogliamo che il materiale che raccogliamo venga diffuso il più possibile”.
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