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Gaza: non arrivano gli aiuti promessi dalla comunità internazionale

È arrivato solo il 5% dei fondi promessi dalla comunità internazionale per la ricostruzione, lo scorso ottobre. Gaza aspetta ancora 5,4 miliardi per rispondere alle emergenze aperte dagli attacchi della scorsa estate in cui sono morte oltre 2 mila persone, per la maggior parte civili

di Ottavia Spaggiari

La scorsa settimana lo street artist inglese, Bansky aveva percorso i tunnel sotterranei per entrare nel territorio e dipingere sui resti dei palazzi distrutti dalla guerra. E tra le macerie di Gaza, la ricostruzione sembra ancora lontana. Solo il 5% dei fondi promessi dalla comunità internazionale per la ricostruzione sono arrivati sul territorio, circa 300 milioni di dollari, briciole rispetto alle risorse necessarie per far fronte all’emergenza umanitaria resa ancora più drammatica dagli attacchi della scorsa estate, soprattutto se questi soldi sono confrontati con i 5,4 miliardi promessi lo scorso ottobre durante il summit del Cairo. Secondo le Nazioni Unite, durante gli attacchi della scorsa estate, 18 mila abitazioni sono state distrutte e sono rimaste uccise 2.104 persone, il 69% erano civili. Tra i Paesi ad aver promesso gli impegni più ingenti, il Qatar con 1 miliardo di dollari, insieme ad Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, che rispettivamente avevano promesso aiuti, rispettivamente, per 500 milioni e 200 milioni di dollari.

Il Ministro degli Esteri norvegese, Boerge Brende, ha dichiarato che il ritardo negli aiuti sarebbe dovuto al crollo del prezzo del petrolio ma, insieme all’Egitto, con cui aveva condotto il summit di ottobre, la Norvegia ha sollecitato la comunità internazionale a rispettare gli impegni: “Non sta a me redigere una lista della vergogna,” ha affermato Brende, “ma abbiamo un quadro della situazione chiaro e continueremo a seguire i paesi che non hanno ancora rispettato gli impegni.” Alla fine di gennaio, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione (UNRWA), aveva dichiarato di aver esaurito i fondi da destinare ai sussidi e alla ricostruzione e oggi, sette mesi dopo il cessate il fuoco, migliaia di famiglie palestinesi vivono ancora in sistemazioni temporanee. “Non è chiaro perché gli aiuti non siano arrivati”, ha dichiarato l’ UNRWA,  aggiungenfo però che "questo ritardo è inaccettabile".

 

Foto: MOHAMMED ABED/AFP/Getty Images

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