Gaza
Gaza, l’attacco al World Central Kitchen è un attentato a tutto il mondo dell’umanitario
È urgente riconoscere i principi del diritto umanitario, che proibiscono gli attacchi contro i civili e gli operatori umanitari, indipendentemente dalle circostanze. Non possiamo restare inerti mentre gli aiuti alimentari, simbolo di speranza e compassione vengono bombardati
La perdita devastante di sette membri del team del World Central Kitchen (WCK) a Gaza rappresenta un forte promemoria della cruda realtà della guerra. Questa tragedia non solo mette in evidenza i pericoli affrontati dagli operatori umanitari, ma sottolinea anche la tendenza allarmante dell’uso del cibo come arma di guerra.
Il team del WCK, composto da individui di varie nazionalità, era in missione per consegnare aiuti umanitari tanto necessari a Gaza, una regione afflitta da conflitti e sofferenze. Nonostante operassero in una zona deconflittualizzata e coordinassero i movimenti con le IDF, il convoglio è stato tragicamente colpito da un attacco aereo delle IDF, causando la perdita di sette vite preziose.
Non potrei essere più d’accordo con la dichiarazione del CEO del WCK, Erin Gore, secondo cui questo non è solo un attacco al WCK, ma un attacco a tutte le organizzazioni umanitarie che si sforzano di alleviare le sofferenze nelle zone di conflitto. Il mirato attacco a individui impegnati in un lavoro salvavita sottolinea le tattiche spietate impiegate dalle parti in guerra, dove gli aiuti alimentari diventano vittime della guerra. Dobbiamo stare in solidarietà con le persone più vulnerabili e condannare tali gravi violazioni dei diritti umani. Alcuni potrebbero sostenere che le azioni delle IDF fossero giustificate nel contesto delle operazioni militari, ma tuttavia, è imperativo riconoscere i principi del diritto umanitario, che proibiscono gli attacchi contro i civili e gli operatori umanitari, indipendentemente dalle circostanze. Il mirare i convogli di aiuti non solo viola il diritto internazionale, ma mina anche gli sforzi per fornire assistenza essenziale a coloro che ne hanno bisogno.
Alla luce di questa tragedia, è dovere della comunità internazionale esigere responsabilità e giustizia per le vittime e le loro famiglie. Inoltre, dobbiamo riaffermare il nostro impegno nel difendere i principi umanitari e proteggere i diritti dei civili e degli operatori umanitari nelle zone di conflitto. Ciò include il rendere tutti i soggetti coinvolti nel conflitto responsabili delle loro azioni e garantire la sicurezza degli operatori umanitari. La perdita di sette persone dedicate che stavano assistendo le persone più vulnerabili è una profonda tragedia che dovrebbe servire da sveglia per il mondo. Non possiamo restare inerti mentre gli aiuti alimentari, simbolo di speranza e compassione, vengono trasformati in armi di guerra. Mentre piangiamo le vite perse a Gaza, riaffermiamo il nostro impegno per la nobile causa dell’umanitarismo e lottiamo per un futuro in cui pace e giustizia prevalgano.
*Esperta di Migrazione e Co-fondatrice MOAS
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