Cultura

Gay Pride: dalla Chiesa di Padova un no alle discriminazioni

Alla vigilia della manifestazione, netta presa di posizione della Chiesa "contro ogni forma di discriminazione"

di Piergiorgio Greco

Un?apertura netta, quella della Chiesa di Padova, alla vigilia di una manifestazione, il ?Padova Pride?, che si aprirà domani e che ha già suscitato un tourbillon di polemiche nei giorni scorsi. ?Va condannata ogni forma di discriminazione, emarginazione e offesa verso le persone omosessuali. Bisogna lavorare per una società giusta e solidale anche verso gli omosessuali’. È quanto si legge in un documento proposto alla riflessione delle parrocchie, dei gruppi e delle associazioni di Padova dal coordinamento pastorale cittadino e dai frati del Santo, in vista del ?gay pride? che inizia domani, per concludersi l’8 giugno, e rispetto al quale non manca la critica, ma ?per motivi organizzativi?. ?La comunità cristiana? continua il documento, ?evitando polemiche, non si è disinteressata alla manifestazione del prossimo 8 giugno?. Tuttavia, viene espresso rammarico perché gli organizzatori della manifestazione non hanno ?voluto tener conto del momento particolare che vive la ?città del Santo? in preparazione alla festa di Sant’Antonio?, il prossimo 13 giugno. Una coincidenza, questa, che in città ha sollevato non pochi problemi, tanto da convincere gli organizzatori a scegliere un itinerario lontano dalla basilica del Santo. La risposta, positiva, degli organizzatori non si è fatta attendere. ?Non nutro alcuna ostilità verso la Chiesa? ha dichiarato Alessandro Zan, portavoce del Padova Pride ?e apprezzo l’atteggiamento civile assunto dal vescovo di Padova nei confronti del Pride e del movimento omosessuale?. Il documento del coordinamento cittadino della pastorale e dei frati del santo sottolinea, infatti, che ?ai movimenti omosessuali va riconosciuto il merito di aver portato l’opinione pubblica a riflettere sulle molte problematiche sociali e culturali della condizione omosessuale, di aver denunciato le ingiustizie e le violazioni dei diritti umani di queste persone?. Tuttavia, accanto a questa evidente apertura non manca un rimprovero ad evidenti forme degenerative dei movimenti rivendicativi. ?Alcune battaglie?, continua il documento ?quando contengono una forte carica ideologica e quando assumono toni e forme esasperate (cfr. ?orgoglio? omosessuale), rischiano di non aiutare un sereno confronto con i problemi dell’omosessualità, anzi possono ritardare la causa per cui vengono fatte perché spesso generano una altrettanto forte opposizione ideologica?. E questo perché ?una diversità sessuale gridata ed esibita la chiude in stereotipi incapaci di generare un sereno confronto e un superamento di pregiudizi e chiusure. L’espressione delle proprie idee e il manifestare, che oggi e’ un diritto riconosciuto, se mira a favorire la conoscenza dei problemi degli omosessuali e il superamento dei pregiudizi, può essere utile?, puntualizza più avanti il documento. ?Se mira a mettere tutto sullo stesso piano rivendicando, per esempio, presunti diritti al matrimonio o all’adozione, e se assume forme perfino volgari, è giusto esprimere il proprio motivato dissenso?. Dopo aver ricordato che ?in passato il gay pride ha assunto forme volutamente provocatorie e insultanti contro la chiesa e contro i cittadini cattolici?, il coordinamento pastorale di Padova ed i frati di Sant’Antonio osservano – a proposito delle perplessità con la coincidenza con la tradizionale festa del Santo – che ?non è in discussione il diritto che hanno tutti i cittadini di manifestare le proprie convinzioni, ma il doveroso rispetto di chi la pensa diversamente contenendo le manifestazioni nei giusti limiti del buon senso e della misura?. Non è una novità assoluta quest?apertura della Chiesa padovana. In più occasioni, infatti, si è dimostrato di cercare il dialogo con tutti, anche con le persone omosessuali: l’ampia disponibilità di preti e religiosi al consiglio e direzione spirituale, gli approfondimenti culturali e spirituali promossi e ospitati al Centro universitario, l’ospitalità al gruppo omosessuali credenti che continua il suo cammino di fede e di ricerca in una parrocchia cittadina, la recente attenzione del settimanale diocesano, sono solo alcuni segni della ?maternità? della Chiesa padovana. Di conseguenza, ?la comunità cristiana, evitando polemiche, non si ‘disinteressata alla manifestazione del prossimo 8 giugno?, si afferma nel documento, per cui ?la provocazione del Padova Pride significa impegnarsi a cogliere sempre meglio il messaggio biblico sulla vocazione di ogni persona alla salvezza e alla felicità, a riflettere sul senso e sui valori della sessualità spesso banalizzati, a promuovere una cultura dell’accoglienza vera e l’aiuto educativo e spirituale per la crescita di tutti?.


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