Non profit

Gasparri: «Non sono io l’altro politico coinvolto»

E racconta al Giornale un episodio del 1996

di Gabriella Meroni

«Questo vociare è uno squallore vergognoso. Ma vi giuro che il primo che scrive una riga fuori posto, o che solo lascia intendere qualcos’altro, lo trascino in tribunale». È quanto dichiara a Il Giornale Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl in Senato, riferendosi alle voci su un suo presunto coinvolgimento in una retata antitrans a Roma, nel ’96, nate dall’ipotesi che dopo Marrazzo altri politici siano coinvolti nello scandalo. Le malignità, spiega il quotidiano, nascono da un episodio accaduto nel 1996 e raccontato a tutti dallo stesso senatore.

Secondo Il Giornale (e Gasparri conferma), nel 1996 l’ex sottosegretario agli Interni «venne invitato al Circolo del Polo, nella zona sportiva dell’Acqua Acetosa, che a quei tempi la sera pullulava di donne o uomini in vendita». La moglie di Gasparri arrivo’ all’appuntamento in auto, in compagnia di Italo Bocchino poiche’ il marito, attardatosi per questioni di partito, le disse che l’avrebbe raggiunta di li’ a poco. Gasparri arrivò però in ritardo percché, qualche minuto prima, una pattuglia di carabinieri s’era incuriosita dall’indugiare a singhiozzo di una Fiat Punto fra i viali dell’Acqua Acetosa. Gasparri si qualificò e spiegò che stava facendo su e giu’ lungo quei viali pieni di circoli sportivi perche’ non conosceva l’esatta ubicazione del Circolo del Polo e a causa della scarsa illuminazione, non riusciva a trovare l’entrata. Chiarito l’equivoco, Gasparri trovò la strada giusta e arrivò a destinazione. Una volta al tavolo Gasparri ha sbandierato ai quattro venti l’episodio – prosegue Il Giornale – fors’anche per giustificarsi dell’inqualificabile ritardo: “Aho’, ma lo sapete? M’hanno fermato i carabinieri qua vicino. Pensa se passava qualcuno e me vedeva, poteva pensa’ che annavo coi trans!”».

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