Formazione

Gasparri: che Rai sarà. Di tutto di nuovo

Il ministro delle comunicazioni risponde all’invito lanciato da Vita a rinunciare alle polemiche e annuncia: voglio una Rai aperta al sociale.

di Riccardo Bonacina

Caro Bonacina, io sono una persona seria. Posso diventare più serio. Ma non sono un pagliaccio». «Caro ministro, mi creda, la lettera non aveva nessuna intenzione offensiva, neppure nel titolo. Era solo un accorato invito, dopo una non felice performance televisiva e in diretta, a non cadere nella trappola delle polemichette, perché l?argomento Rai è troppo importante, ed è importante dare finalmente segni di vera novità». Un botta e risposta nato da una nostra lettera aperta, a cui ha fatto seguito la lettera del ministro. «Le contestazioni che Lei fa sono solo una parte di quelle che a mia volta ho fatto. Accetto quindi i Suoi consigli, ma meno le lezioni che mi si vorrebbero impartire». «Caro ministro, il settimanale Vita e l?intero Terzo settore italiano da anni denunciano un servizio pubblico che è invocato solo quando si tratta di difendere privilegi personali o di partito, piuttosto che per incocare una rappresentazione plurale della società italiana». Alziamo la cornetta telefonica. «Pronto: ministro, che impetuoso, vogliamo parlarne?» Maurizio Gasparri: Vero, sono un impetuoso, nel bene e nel male. D?altra parte credo siano meglio gli impetuosi che i paludati o i falsi. Vita: Cambiare la disattenzione della Rai ai temi sociali e alla pluralità delle voci della società civile sarà impresa ardua… Gasparri: Vede, io mi muovo. Per esempio, ho inviato una lettera alla direzione generale della Rai sollecitando la trasmissione delle relazioni ancora non pervenute sulle attività svolte dalla tv di Stato in ottemperanza all?articolo 36 del contratto di servizio. Un articolo che prevede che governo e Parlamento siano periodicamente informati sull?effettiva pratica del pluralismo associativo in Rai. Il contratto prevede che le relazioni vengano inviate con cadenza semestrale o annuale, ma a tutt?oggi quelle relazioni non sono mai pervenute. Vita: Nell?attesa delle relazioni, e soprattutto che la Rai abbia qualcosa da raccontarvi, scadenze importanti si avvicinano. La prima è la nomina del nuovo Consiglio d?amministrazione. Vogliamo un segnale: nominate almeno un rappresentante della società civile. Gasparri: Lei sa che non dipende dal ministro la nomina del Consiglio d?amministrazione Rai, ma dai presidenti di Camera e Senato. Accetto però la sua provocazione che chiede alla maggioranza un segnale nuovo. Diciamo allora che entro i confini che le leggi impongono, il ministro delle Comunicazioni farà un?iniziativa di moral suasion verso i presidenti di Camera e Senato perché si facciano interpreti anche delle istanze che voi rappresentate. Vita: A fine anno, poi, scadrà il Contratto di servizio. Gasparri: La legge dice che le trattative per il nuovo contratto si possono aprire sei mesi prima della scadenza. Perciò dal 1° luglio intendo avviare una grande consultazione con tutti soggetti interessati, dalle organizzazioni di volontariato ai consumatori, dall?ordine dei giornalisti ai produttori di fiction. Promuoveremo audizioni per raccogliere suggerimenti, proposte, vertenze e in quella sede analizzeremo anche i problemi che Vita ha sollevato. Voglio che la discussione sul nuovo contratto di servizio avvenga per tempo e in modo serio, così che il 1° gennaio 2003 entri in vigore con puntualità. Sarebbe la prima volta. Vita: Non è che convocherà solo le associazioni ?amiche?? Gasparri: Lei sa come io sia interessato ai temi dell?azione sociale. So quanto è cruciale l?informazione su questi temi, perciò non mi voglio sottrarre ad un confronto serio, anzi lo cerco. Ascolteremo gli organismi rappresentativi, dall?Authority del non profit, al Forum del Terzo settore, dai cordinamenti più importanti a quelli più piccoli. Ascolteremo tutti coloro che avranno qualcosa di serio da dire. Anzi, siete invitati, e la vostra lettera aperta è già agli atti.


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