Welfare
Gap rifiuta l’accordo per la sicurezza dei lavoratori
Dopo la tragedia del 24 aprile al Rana Plaza di Dacca, sono 31 le aziende che accettano di firmare l’accordo per migliorare la sicurezza dei lavoratori del tessile. Grande assente tra tutti la multinazionale americana Gap
Anche H&M ha accettato di firmare l’ accordo che intende garantire misure di sicurezza più severe nelle fabbriche tessili del Bangladesh. A fare capitolare la multinazionale svedese del fast fashion sembra essere stata decisiva la campagna virale che ritraeva sorridente l’ amministratore delegato di H&M, di fianco ad una vittima del Rana Plaza, il palazzo di Dacca crollato lo scorso 24 aprile, nel quale sono morti oltre 1100 lavoratori locali del settore tessile.
“Enough Fashion Victims?”, le vittime della moda non sono abbastanza? , questo lo slogan della campagna davanti alla quale H&M, che è anche il maggiore acquirente di capi dal Bangladesh, ha deciso di accettare le condizioni dei sindacati IndustriAll e UNI Global Union, promotori dell’accordo. La tragedia del Rana Plaza ha riportato l’attenzione dell’Occidente sullo sfruttamento della manodopera nei paesi in via di sviluppo, da parte delle grandi multinazionali del tessile.
Impegnato in prima linea, insieme ai sindacati e alle ONG che si occupano dei diritti dei lavoratori, anche Avaaz, la piattaforma di petizioni online che, in meno di un mese, ha raccolto oltre un milione di firme per spingere le aziende a sottoscrivere l’accordo. Oltre ad H&M hanno aderito fino ad oggi 30 aziende, tra cui Inditex, proprietario delle catene di abbigliamento spagnole Zara e Mango, Primark e Tesco, Marks & Spencer, Abercrombie & Fitch e l’italiana Benetton, che proprio nel Rana Plaza aveva allocato una parte della produzione.
Unico gigante del tessile che non sembra preoccuparsi della sicurezza dei lavoratori, nè della minaccia alla reputazione del brand, rimane la multinazionale Gap che continua a rifiutarsi di firmare, adducendo preoccupazioni per le implicazioni in termini di responsabilità giuridica. Proprio Avaaz in previsione dell’incontro annuale degli azionisti della società che si terrà domani, sta portando avanti una campagna firme, per fare sì che durante il meeting Gap decida di finalmente di accettare le condizioni dell’accordo e di sottoscrivere l’accordo.
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