Italia anti cristiana. L’editoriale-denuncia di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della sera (21 marzo) ha mandato in visibilio molti cattolici militanti. E si capisce il perché: un intellettuale laico che sulla prima pagina del più importante quotidiano italiano punta il dito contro il carattere anti cristiano della cultura dominante! Consacrazione ufficiale di quello che la parte più emergente delle gerarchie ecclesiastiche lamenta e sostiene da tempo a spada tratta. Eppure qualcosa non convince. Appartengo a una generazione di giornalisti cattolici che in passato ha dovuto lottare contro una mentalità ecclesiastica trionfalistica. Una Chiesa che si cullava nell’idea rassicurante dell’Italia cattolica e fingeva di non vedere le dimensioni “inimmaginabili” della scristianizzazione: la distanza siderale tra il comune sentire e il sentimento cristiano della vita. Poi le cose sono cambiate. A fare tendenza in campo ecclesiastico oggi è la figura del cattolico da trincea. Il cattolico che è – e un po’ ossessivamente si vanta di essere – cattolico di minoranza. In un mondo sentito irrimediabilmente ostile.
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