Politica

Galles: il Comune diventa una charity per risparmiare

L'idea è creare degli enti non profit cui affidare la gestione degli impianti sportivi e ricreativi

di Gabriella Meroni

È un grande passo, nota la Bbc nel dare la notizia. Ma molti Comuni del Galles stanno per compierlo: creeranno degli enti non profit a cui affidare la gestione delle strutture sportive comunali, perennemente in rosso, e risparmiare così sui costi del servizio.

Il primo ad agire in questo senso sarà il Consiglio comunale di Torfaen, che deciderà a giorni se trasferire la gestione dei servizi a una charity per poter risparmiare fino a 1,4 milioni di sterline in cinque anni. Altre località, come Swansea e Bridgend, stanno rivedendo tutto il sistema dei servizi ricreativi. E Jeff Jones, ex sindaco di Bridgend, ora un consulente molto ascoltato, sostiene che molti altri Comuni della regione stanno pensando di intraprendere questa strada.

Il progetto di Torfaen

La cittadina gallese di Torfaen – nel cui territorio sorge un impianto sciistico al coperto gestito dal Comune – ha fatto i conti: potrebbe risparmiare 240mila sterline l’anno istituendo una Non-Profit Distributing Organisation (Npdo) che si accolli la gestione degli impianti ricreativi comunali. Uno studio, commissionato dalla Giunta, ha calcolato che i risparmi derivanti dal trasferimento della gestione a una charity riguarderebbero le spese per la struttura, mentre quelle relative alla gestione ordinaria sarebbero trasferite al nuovo ente non profit, che godrebbe tra l’altro di un regime fiscale di favore e potrebbe ricevere donazioni da privati.

Secondo Jones inoltre i Comuni non sono obbligati a fornire alla cittadinanza servizi ricreativi allo stesso modo in cui devono invece erogare assistenza sociale e istruzione. Potrebbero quindi cercare partenership che li liberino da gestioni quotidiane che, oltretutto, generano perdite. «Non esiste un impianto sportivo che produca guadagni», afferma Jones. «Molte di queste strutture sono state costruite tra gli anni 70 e 80, quindi oggi sono giunte praticamente al termine della loro vita. Un centro ricreativo frequentato può perdere anche 500mila sterline l’anno, una piscina 100mila».

Un problema da risolvere

Continua Jones: «Il problema per i sindaci è: come faccio a giustificare le perdite del settore ricreativo mentre taglio fondi alle scuole e agli altri servizi essenziali? È 15 anni che le amministrazioni locali si stanno arrovellando su cosa fare dei loro impianti sportivi. Una organizzazione non profit risolverebbe il problema: cambierebbe i contratti dei dipendenti, sarebbe conveniente dal punto di vista fiscale e, non da ultimo, sarebbe un’idea nuova».


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