Politica
Gadda: “Serve un piano sociale shock”
Tre le proposte della deputata di Italia Viva: "Un fondo in grado di sostenere l’attività del volontariato, lo sblocco immediato delle risorse del 5x1000 agli enti perché si tratta di milioni di euro già disponibili e non erogati per cavilli burocratici, e chiudere il cerchio sulle agevolazioni IVA per i beni donati"
di Redazione
“Serve un grande piano shock sociale. Bene le prime risorse stanziate ai comuni, ora serve sbloccare la rete della solidarietà con tre proposte concrete.” Così Maria Chiara Gadda, deputata di Italia Viva e firmataria della legge antispreco, la prima norma organica sulle donazioni. “L’emergenza che stiamo vivendo acuisce – prosegue Gadda – le fratture sociali presenti nel nostro Paese, e stanno aumentando forme di disagio e fragilità dettate dall’incertezza sul futuro e dalla difficoltà contingente persino rispetto all’acquisto di beni di prima necessità. Questa esperienza mette in luce quanto sia essenziale sostenere in modo strutturale la rete del volontariato, che sta lavorando senza sosta a fianco dei comuni per prestare servizi di cura, sostegno psicologico, e garantire la consegna di alimenti, farmaci e beni di prima necessità alle persone in situazione di bisogno, e anche alle istituzioni pubbliche ad esempio attraverso le donazioni di dispositivi medicali. È fondamentale garantire continuità a questo servizio così prezioso, per questo metto sul tavolo tre proposte: un fondo in grado di sostenere l’attività del volontariato, lo sblocco immediato delle risorse del 5×1000 agli enti perché si tratta di milioni di euro già disponibili e non erogati per cavilli burocratici, e chiudere il cerchio sulle agevolazioni IVA per i beni donati.”
Oggi se un ente non profit raccoglie fondi dai cittadini, le persone fisiche possono detrarre la donazione, ma l’associazione che acquista beni con tali fondi per donarli a pubblica utilità, non può recuperare l’IVA. Estendiamo il regime agevolativo anche a questa situazione
Con la riforma del Terzo settore e con la legge antispreco di cui sono stata promotrice, le donazioni di beni e denaro da parte delle imprese sono agevolate fiscalmente rispetto all’IVA e alle imposte dirette. Bisogna mettere un ultimo tassello. Oggi se un ente non profit raccoglie fondi dai cittadini, le persone fisiche possono detrarre la donazione, ma l’associazione che acquista beni con tali fondi per donarli a pubblica utilità, non può recuperare l’IVA. Estendiamo il regime agevolativo anche a questa situazione, che ora sta dando respiro a molti ospedali. C’è una richiesta di protezione sociale da ascoltare con serietà, e va in questa direzione lo stanziamento di 400 milioni di euro ai comuni per gli aiuti alimentari e i 56 milioni sul fondo indigenti. Serve anche sbloccare con urgenza il sistema degli ammortizzatori sociali e misure di sostegno al reddito in questo periodo di sospensione di molte attività produttive, e iniziare a pensare come programmare la ripartenza nei diversi comparti per evitare che le persone vedano il futuro con disperazione”.
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