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Gadda (Iv): «Su fondo indigenti si poteva fare di più»
La capogruppo di Italia Viva in commissione agricoltura alla Camera intervenendo sulla manovra parla «di alcune ombre date dalle troppe misure frammentate e localistiche inserite in sede di conversione, e grande amarezza per la scarsa attenzione data a un tema purtroppo assai diffuso come la povertà alimentare». E sull'emendamento per rifinanziare il fondo: «Tutti i gruppi parlamentari avevano promesso sostegno all'emendamento per rifinanziare il fondo aiuti alimentari agli indigenti, peccato siano rimasti soltanto alle parole»
di Redazione
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«Tra le molte luci di questa legge di bilancio rimangono alcune ombre date dalle troppe misure frammentate e localistiche inserite in sede di conversione, e grande amarezza per la scarsa attenzione data a un tema purtroppo assai diffuso come la povertà alimentare». Così Maria Chiara Gadda, capogruppo di Italia Viva in commissione agricoltura alla Camera e firmataria della cosiddetta legge “antispreco” sul recupero delle eccedenze per solidarietà sociale, parla della manovra.
E ricorda: «Tutti i gruppi parlamentari avevano promesso sostegno all'emendamento per rifinanziare il fondo aiuti alimentari agli indigenti, peccato siano rimasti soltanto alle parole. Dei 12 milioni richiesti, ne sono stati approvati 2 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023 e questo soltanto grazie alle risorse stanziate in quota parlamentare dal gruppo di Italia Viva. I bandi attualmente in corso riguardano i 340 milioni di euro stanziati in via straordinaria durante la pandemia dall'allora ministra Bellanova, ed estesi per la prima volta anche agli alimenti per la prima infanzia. Bisogna dare continuità a questo fondo onde evitare di ritrovarsi tra qualche mese senza risorse per i nuovi bandi. Confido in una maggiore sensibilità da parte del ministro Patuanelli nel prossimo provvedimento utile»
“La povertà alimentare – prosegue – è una realtà silenziosa ma pervasiva nel nostro Paese, e con la pandemia le situazioni di disagio sono esplose soprattutto nelle fasce di popolazione escluse dalle classiche misure di sostegno. Il fondo per gli aiuti alimentari è una misura intelligente e non di becero assistenzialismo, per la sua doppia valenza di sostegno al terzo settore e ai nostri settori agroalimentari in difficoltà. Questo fondo viene utilizzato per acquistare formaggi, latte, pelati, frutta, conserve, sottraendoli allo spreco e dando respiro alle aziende di questi comparti”.
“Le attività di distribuzione delle derrate alimentari da parte del Terzo settore – spiega – sono certamente occasione per un aiuto materiale, ma la vera valenza sta nella opportunità di creare legami sociali in un momento in cui i cittadini e molte famiglie vivono una condizione di fragilità e solitudine.”
«Resta quindi l’amarezza lasciata da una misura che poteva essere approvata con maggiori risorse, e da una ipocrisia di fondo che vede molti partiti ergersi a paladini del volontariato e delle misure di contrasto alla povertà, salvo poi ritrovarsi soli in talune battaglie attese da centinaia di associazioni», conclude.