Politica

GABON. Un testimone: “Qui la tensione è altissima”

I disordini sono scoppiati nella capitale e a Port-Gentil dopo la proclamazione dei risultati delle presidenziali

di Redazione

«La capitale gabonese è in stato di assedio e la tensione rimane altissima. Abbiamo la netta sensazione che la situazione potrebbe precipitare da un momento all’altro. Ci sono barricate ovunque, negozi e ristoranti sono chiusi, in alcuni quartieri perifici delle auto sono state messe a fuoco, mentre le strade principali della città sono pattugliate dall’esercito che stamane aveva già dato l’assalto contro i partigiani di Pierre Manboundou e André Mba Obame, riunitisi da ieri sera davanti alla sede della Commissione elettorale indipendente (Cénap, ndr) per impedire la proclamazione ufficiale della vittoria di Ali Bongo».

A parlare, al telefono da Libreville è Marc Ona Essangui, 46 anni, è presidente di Brainforest, un’ong gabonese impegnata nella difesa della foresta tropicale e nella lotta la corruzione dei poteri pubblici in Gabon.Le sue battaglie a favore dell’ambiente sono state ricompensate nell’aprile scorso quando l’ex vice presidente degli Stati Uniti, Al Gore, gli ha consegnato il prestigioso Premio Goldman 2009.Afronline, il nuovo sito sull’Africa di Vita, lo ha sentito poco fa.

Ali Ben Bongo, figlio del defunto presidente Omar Bongo, è stato proclamato vincitore delle elezioni presidenziali del Gabon con il 41,7 per cento dei voti. Sconfitti il leader dell’opposizione, Pierre Mamboundou, e l’ex ministro degli Interni, Andre Mba Obame, che nei giorni scorsi si erano entrambi dichiarati vincitori e che ora denunciano brogli elettorali.

«Qui a Libreville voci persistenti sostengono che i risultati raccolti dalla Commissione sarebbero stati modificati a favore del figlio dell’ex presidente Omar Bongo» afferma Essangui. «Purtroppo il clan Bongo sta dimostrando di essere disposto a tutto pur di conservare i suoi privilegi. L’annuncio precipitato di questa vittoria rischia di costare molto caro al nostro paese. A Port-Gentil, feudo storico dell’opposizione e capitale economica del paese, la protesta è stata ancora più forte. La prigione centrale e il consolato francese sono stati messi a fuoco. Giovani oppositori urlano vendetta contro Ali Bongo e la Francia, accusata di aver fatto di tutto per favorire il trionfo di Ali».

«Negli ultimi giorni, si parlava con insistenza di una volontà della Francia di voler imporre un governo di unità nazionale costringendo i due grandi perdenti, Mandounbou e Mba Obame, ad associarsi a Bongo in caso di vittoria del figlio dell’ex presidente» racconta il presidente di presidente di Brainforest. «Ma Obame avrebbe rifiutato l’offerta. Ancora ieri notte, ci sono state trattive molto intense nella sede della Commissione elettorale per trovare una via d’uscita, ma senza successo».

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