Volontariato

Gaber: un salesiano predica ai suoi funerali

"Gaber era rispettoso di tutti e non si faceva mai tirare per la giacca da nessuno", ha detto don Gabriele

di Redazione

“Non si faceva tirare la giacca da nessuno. Lui era il Signor G con le sue idee”. Cosi’ don Gabriele, salesiano, ha ricordato Giorgio Gaber nell’omelia durante la celebrazione funebre a Chiaravalle presieduta dal priore dell’abbazia padre Bernardo. Don Gabriele si e’ rivolto a Gaber come al “nostro amico e dico nostro perche’ amico di tutti gli italiani, delle persone che lo sapevano ascoltare, di tutti quelli che lo volevano comprendere”. Al termine della cerimonia, officiata dal padre salesiano don Gabriele, Massimo Bernardini, critico musicale dell’ ”Avvenire”, ha voluto pubblicamente ricordare ”l’amico Giorgio” cercando di spiegare cosa voglia dire ”essere laico, per uno come lui, ed essere ora in un posto come questo” (l’Abbazia di Chiaravalle appunto ndr). ”Tu qui ci stai benissimo -prosegue Bernardini- perche’ cosi’ come questa casa di Dio e’ stata costruita dal genio, tu eri un genio”. Bernardini ricordando gli anni caldi del ’68 ”con i suoi errori” torna con la mente a ”37 anni quando fa proprio qui si sposo’ con Ombretta Colli. Ed io, vedendo voi due -aggiunge- ho capito cosa sia veramente un matrimonio”. Anche don Gabriele, nel corso della sua omelia, ha ricordato ”il nostro amico Giorgio, l’amico di tutti gli italiani, di tutte quelle persone che lo sapevano ascoltare e di tutti quelli che lo volevano comprendere”. Gaber, prosegue don Gabriele ”cantava con il cuore, cantava alla vita ora cantera’ a Dio. Giorgio era un cantautore che recitava dal cuore quello che pensava, da un cuore normale che a volte gli rimproverava cose che riteneva non giuste. Chiediamoci cosa volesse dire con le sue canzoni il nostro signor G.”. Ricordando poi il Gaber uomo e non solo artista don Gabriele sottolinea come ”fosse una persona che non si vantava mai delle sue canzoni, che cantava la vita raccontando la sua verita’senza mai imporla a nessuno”. ”Giorgio inoltre -prosegue don Gabriele nel suo ricordo a Gaber- era rispettoso di tutti e non si faceva mai tirare per la giacca da nessuno. Non scendeva mai a compromessi ed anche nel momento piu’ difficile della sua malattia non smise di cantare, di recitare. Giorgio amava cantare la vita perche’ amava tutte le persone che incontrava, con amore sincero”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA