Non profit

G8, ultima chiamata per la cooperazione

Le attese di ActionAid per il vertice

di Emanuela Citterio

«Frattini ha promesso una detax sull’Iva e più fondi. Ma non basta: l’impegno italiano deve essere strutturale», dice Marco De Ponte. Che anticipa una svolta dagli Usa «Il G8 sarà un banco di prova per il governo italiano. A L’Aquila vedremo se il nostro Paese considera un investimento la cooperazione internazionale e l’aiuto allo sviluppo». A parlare è Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia, ramo italiano di un’organizzazione internazionale presente in 66 Paesi, che in Europa conta duemila persone impiegate a tempo pieno per progetti di sviluppo e advocacy e 500mila sostenitori, di cui ben 160mila italiani, che da soli donano 44 milioni di euro, un terzo dei fondi raccolti in Europa.
Nel 2009 ActionAid Italia compie 20 anni: «Siamo una realtà che fino a 15-20 anni fa non esisteva in questo Paese: un’organizzazione privata che fa cooperazione internazionale, finanziata quasi interamente dai cittadini. Solo l’1% dei nostri fondi arriva da enti pubblici». Nonostante questo, ActionAid continua a chiedere che la cooperazione “pubblica” sia più forte, e incalza il governo in vista del G8: «Siamo delusi dagli esiti della riunione ministeriale per lo sviluppo (l’incontro preparatorio al G8 sulla cooperazione internazionale che si è svolto l’11 e 12 giugno a Roma, ndr)» continua De Ponte. «Spicca solo una dichiarazione: il ministro Frattini ha detto che entro l’anno riporterà l’investimento nell’aiuto pubblico allo sviluppo verso quello 0,7% del Pil che l’Italia dovrebbe raggiungere secondo gli impegni internazionali».
In vista del G8 il titolare della Farnesina ha anche annunciato «una detax sull’Iva» e «un piano quinquennale per ridurre la commissione pagata oggi sulle rimesse, dall’attuale 10% al 5», una misura quest’ultima che garantirebbe «altri 12-15 miliardi di dollari l’anno ai Paesi poveri». Rispetto agli «strumenti innovativi per finanziare lo sviluppo», ActionAid è cauta: «La detax è interessante ma l’aiuto allo sviluppo deve essere innanzitutto un impegno strutturale dello Stato, non una buona azione fatta da alcuni cittadini». «L’Italia per esempio ha annunciato che parteciperà alla Global partnership sulla sicurezza alimentare ma non ha spiegato dove troverà le risorse», incalza De Ponte. In occasione dei suoi vent’anni, ActionAid sarà a Roma con la campagna «HungerFREE», liberi dalla fame. «Sappiamo che gli Stati Uniti stanno per lanciare un’iniziativa importante per la sicurezza alimentare in Africa», anticipa De Ponte. «I nostri colleghi americani dicono che l’amministrazione Obama metterà sul tavolo almeno un miliardo di dollari. Non è certo se l’annuncio verrà fatto al G8 o al G20 di settembre negli Usa. Ma il G8 non può ignorare che in questi due anni gli effetti della crisi alimentare prima e di quella finanziaria poi hanno spinto 80 milioni di persone sotto la soglia della povertà estrema».

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