Volontariato

G8: Ruggiero chiede aiuto a Manu Chau

Lo sostiene il Ministero degli esteri in una conversazione con i giornalisti a Montecitorio

di Redazione

Manu Chau, il cantante francese diventato uno dei simboli della lotta alla globalizzazione, può diventare via di dialogo tra governanti e popolo di Seattle. E’ quanto si augura il ministro degli esteri Renato Ruggiero che del ”menestrello” che questa sera si esibirà a Milano e poi a Genova per il vertice del G8, da un giudizio positivo. Ruggiero, conversando con i giornalisti nel Transatlantico di Montecitorio, sottolinea l’opportunità anche in questo caso di ”aprire un dialogo”. ”E’ una cosa importante perché – aggiunge – spesso non riusciamo a capire i giovani, il loro linguaggio. E la musica ci può senz’altro aiutare. Ma certo e’ uno sforzo che dobbiamo fare soprattutto noi… a 71 anni, come me”. Ruggiero ha colto l’occasione per ribadire la volontà di aprire un dialogo con il Popolo di Seattle: ”La nostra volontà è quella di elaborare una strategia di dialogo. Dobbiamo creare un sistema di confronto reale, vero basato sui contenuti”. Con il richiamo ai contenuti Ruggiero da un lato ha preso le distanze dal braccio di ferro di polemiche sul percorso del corteo, e dall’altro ha rimarcato una differenza tra il vasto popolo di Seattle e chi invece protesta con forme di violenza. ”Faremo di tutto per tenere aperto il dialogo. La nostra intenzione è proprio quella -ha detto il ministro degli Esteri- di aprire un dialogo positivo. Deve essere chiaro che non è che noi non vogliamo le manifestazioni: e’ giusto che ci siano. Quello che non vogliamo è la violenza. I problemi della fame nel mondo non si risolvono con le spranghe e rompendo le vetrine dei negozi. Dobbiamo discutere di contenuti. Non e’ vero che c’e’ insensibilità, non e’ vero che organismi internazionali siano sordi… Certo il mondo non si può cambiare in un giorno. Voglio dire che e’ necessario ampliare il confronto con i paesi in via di sviluppo?. ”Tempo fa all’Onu – ha ricordato Ruggiero – e’ stata votata una risoluzione molto importante, approvata da 187 capi di Stato, che si sono impegnati in 20 anni a ridurre la povertà nel mondo, a risolvere i problemi dell’acqua, della salute, del lavoro, dello studio… Ecco, lavoriamo perché (da Genova) nasca un appello perché questi obiettivi siano realizzati. Penso ad esempio ad un monitoraggio per una verifica continua del lavoro per questi obiettivi. Sono queste le cose che voglio dire al Genoa Social Forum, che voglio incontrare.. Voglio dire loro che non e’ vero che siamo insensibili. Credo veramente che i movimenti di protesta non siano inutili. D?altronde se oggi a Genova si parlerà di povertà è grazie anche alla loro pressione… Dobbiamo ammettere che nessuno prima ne parlava. Se invece di combatterci ci unissimo potremmo veramente cambiare il mondo. Dobbiamo comprendere che non si può fare tutto in un giorno e che importante è la direzione di marcia, verso un mondo migliore?.


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