Welfare

G8: pronto il dossier del Gsf, sarà presentato il 6 settembre

Al Comitato parlamentare di indagine

di Gabriella Meroni

Il Genoa Social Forum, presentera’ al Comitato parlamentare di indagine sui fatti del G8, in occasione della prevista audizione di giovedi’ 6 settembre, un accurato dossier in cui ricostruisce il percorso di un’esperienza che ha saputo coalizzare oltre mille organizzazioni non governative, di cui 150 straniere, i contatti e i rapporti istituzionali, le iniziative e le manifestazioni di Genova. Ne da’ notizia un comunicato. A giudizio del GSF ci sono precise responsabilita’ del Governo e dei corpi dello Stato, che dovevano garantire l’ordine pubblico e la tutela dei diritti democratici durante il Vertice dei G8 di Genova. Il 20 e il 21 luglio, ricorda la nota, il GSF si e’ trovato stretto tra le continue incursioni dei cosiddetti black bloc e le cariche ingiustificate delle forze dell’ordine che hanno coinvolto nella stragrande maggioranza dei casi manifestanti nonviolenti e ha dimostrato un grande senso responsabilita’ nel gestire il pacifico corteo del 21 luglio, che ha visto oltre 200 mila persone presenti in piazza, dopo che la citta’ era stata messa a ferro e fuoco e che era morto Carlo Giuliani. Il GSF, sostiene il comunicato, in questa situazione ha fatto il possibile per garantire lo svolgimento pacifico delle manifestazioni, nell’assenza di un atteggiamento responsabile delle forze dell’ordine, segnalando in piazza e agli organi competenti numerose aggressioni. I responsabili nazionali e locali della ”gestione dell’ordine pubblico” a Genova, continua il GSF, devono rispondere della gestione organizzata del disordine: per le 5 ore di continue, sistematiche aggressioni e distruzioni dei cosiddetti black bloc; per le decine di episodi di pestaggi, vessazioni, violenze fisiche e psicologiche perlopiu’ ingiustificate inflitte in piazza nelle due giornate; per la violazione del diritto alla difesa e per le centinaia di fermi non convalidati in arresto; per le omissioni di intervento in casi come quello dell’asilo di Quarto; per le violenze e gli arbitri dei blitz al dormitorio della Pertini e al Media Center del GSF della Diaz/Pascoli; per le sistematiche violazioni dei diritti e le violenze del lager di Bolzaneto. A proposito delle accuse di scarsa trasparenza sugli intenti del GSF, il coordinamento ricorda la sua scelta pacifica e nonviolenta contenuta nel Patto di lavoro iniziale e ribadita e meglio precisata nella dichiarazione del 5 giugno 2001 e che le autorita’ di polizia, il Prefetto e l’Ufficio di Missione del Governo conoscevano nei particolari l’articolazione, le modalita’ e i luoghi delle manifestazioni. Il GSF ricorda, che su sua costante pressione e con continue dilazioni da parte del Governo e delle forze dell’ordine, dal febbraio al luglio si sono tenuti nel rispetto del principio della massima trasparenza quattro incontri formali che hanno coinvolto a Genova Prefetto, Questore e enti locali, a due dei quali era presente il capo della Polizia de Gennaro, una serie di altri incontri informali sempre a Genova nei giorni immediatamente precedenti alle manifestazioni e due incontri a Roma (il 5 aprile e il 28 giugno) con rappresentanti dei Governi in carica, rispettivamente con il Capo di Gabinetto dell’allora ministro Bianco e con i ministri dell’Interno Scajola e degli Esteri Ruggiero in cui sono stati dichiarati gli obiettivi e le intenzioni del GSF. Il GSF, conclude la nota, auspica che il Parlamento e la Magistratura contribuiscano sino in fondo all’accertamento della verita’ sui fatti di Genova.


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