Cultura

G8: per l’arrivo dei big la città è blindata

Ancora un altro "vantaggio" che i G8 "regalano" a Genova: la chiusura di porto e Aeroporto

di Redazione

Riusciranno i 90 miliardi al massimo stanziati dallo Stato per il G8 a ripagare le perdite dei terminalisti, dei traghetti e delle compagnie aeree che diventano perdite per tutta Genova, oltre a quelle dei commercianti e operatori turistici che vedranno calare se non annullati del tutto i guadagni per la settimana del vertice e alle occasioni di promozione turistica perse da Genova in questi mesi? E la pazienza persa dai Genovesi da cosa sarà ripagata?

Comunicato del Genoa Social Forum

Forse non sarebbe male se i G8, invece di imporre la loro presenza ai loro “sudditi”, cominciassero un po’ più a rispettarli come cittadini rinunciando a venire a Genova incontrandosi nei luoghi previsti per un confronto democratico con tutti gli abitanti della terra, come l’ONU. Forse così i soldi stanziati potrebbero andare in pareggio con le perdite che la città ha già avuto.

Fin dall’inizio la venuta dei G8 era stata spacciata come piena di vantaggi per la città di Genova con la solita modalità menzognera di far credere cose che si sanno false per raccogliere il consenso. Fin dall’inizio si è parlato solo dei miliardi che arrivavano a Genova ignorando di tutto ciò che Genova avrebbe perso.
Noi abbiamo cercato fin dall’inizio di mettere la città in guardia dalle illusioni cercando di svelare le falsità.

I primi a rendersi conto delle amare illusioni sono stati i commercianti che hanno capito che le frotte di clienti promesse durante il vertice saranno, se sarà loro permesso di arrivare a Genova, solo i manifestanti che popoleranno la città abbandonata dai cittadini terrorizzati dalle informative create ad arte dai Servizi Segreti. Delegati e giornalisti, infatti, saranno serviti e riveriti a cura dell’organizzazione senza aver il minimo bisogno di mettere il naso fuori dai loro posti di lavoro.

Anche le promesse di visibilità mondiale possono facilmente essere sconfessate chiedendo alle persone se si ricordano in quali città, che teoricamente avrebbero dovuto diventare anche loro notissime, si sono tenuti i precedenti vertici. Anche in questo caso se Genova rimarrà nelle memorie (come finora Seattle) sarà probabilmente ancora grazie a chi contesta il G8.

Adesso sono perfino i terminalisti che denunciano le perdite di un blocco del porto ed aereoporto di 5 giorni provano a fare i conti delle perdite imposte dal G8. Così pure i traghettatori e le compagnie aeree che dovranno rinunciare allo scalo genovese in un momento di massimo traffico come la fine di luglio.

Non ci vuole molto per fare due calcoli. Il G8 porterà a Genova non più di 90 miliardi straordinari per dei lavori che probabilmente non valgono tali soldi e che potevano in molti casi essere utilizzati per scopi molto più importanti per i Genovesi.
In compenso ha già costretto centinaia di migliaia di persone venute per Euroflora e il raduno degli Alpini a trovarsi, invece che in una bella città da tornare a visitare come turisti, a zigzagare tra cantieri di tutti i tipi che certo non hanno fatto apprezzare l’interesse turistico di Genova perdendo due occasioni d’oro di vera promozione turistica della città.
Per la settimana del vertice il G8 ai commercianti della zona rossa farà perdere tutti i guadagni e li ridurrà notevolmente per tutti gli altri; ai terminalisti e a tutto l’indotto del porto farà perdere gli arrivi per 5 giorni; agli operatori turistici che non siano albergatori di hotel a 5 stelle farà perdere i turisti di una settimana che non potranno visitare il centro storico bloccato a chi non ha il pass; agli operatori di traghetti e alle compagnie aeree che hanno scelto di operare su porto e aereoporto di Genova farà perdere i passaggi di una settimana in pieno luglio. Solo questo probabilmente è sufficiente a fare andare in rosso il bilancio dell’operazione. Soprattutto perché non verrà mai contabilizzata l’altra cosa che i genovesi dovranno perdere per la presenza degli 8 pre-potenti a causa di traffico, arrabbiature, difficoltà: la pazienza.

E questo succederà anche se di manifestanti non se ne vedesse neppure uno, anzi, in tal caso le perdite sarebbero probabilmente maggori.
E allora, perché non tenere veramente in considerazione ciò che fin dall’inizio stiamo chiedendo: che i “grandi” si facciano un po’ più umili a decidano di incontrarsi con tutti gli altri popoli della terra per decidere il destino del nostro pianeta nei luoghi e nei modi che la democrazia prevede, ristrutturando per esempio un consesso come l’ONU affinché non siano più le multinazionali a decidere per tutti tramite i governanti dei paesi in cui il loro peso economico è più forte.

Per ulteriori informazioni: www.genoa-g8.org

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