Cultura

G8, pacifisti contro centri sociali

Mao Valpiana, leader ecopacifista di Verona, mette in guardia il popolo di Seattle: nessuna violenza a Genova.

di Giampaolo Cerri

Mao Valpiana, veronese, è leader ecopacifista da sempre. Guida il Movimento nonviolento della sua città ma è un riferimento per tutta Italia. Andrà al G8 a protestare, ma non ne vuol sapere di progetti di violenza, né di proclami sfascia-vetrine. E lo dice. Ecco il suo intervento.

“Lo chiamano popolo di Seattle’, e pensano a manifestanti con caschi e scudi che sfasciano le vetrine del McDonald’s. E così ci si prepara alla manifestazione di luglio a Genova in occasione del vertice G8 come ad uno scontro epocale tra forze dell’ordine e giovani antiglobalizzazione.
Io rifiuto questo scenario. Ma non basta auspicare una manifestazione pacifica, perché essa si realizzi. Purtroppo è vero che c’è chi sguazza nel fango ed è già in orgasmo da scontro con la polizia. Bisogna dire la verità e distinguere le cose.
Il movimento per un’economia nonviolenta ha bisogno di chiarezza. La nostra, appunto, deve essere una proposta assolutamente limpida, nonviolenta: nella strategia, negli obiettivi, nella tattica, nel linguaggio, nelle alleanze. Il Movimento Nonviolento, che fa parte della Rete di Lilliput, lavora quotidianamente, da anni, per elaborare e praticare un’economia di giustizia, con le tante proposte emerse anche dal Giubileo degli Oppressi, guidato da Padre Alex Zanotelli al palazzetto dello sport di Verona nel settembre 2000. Le grandi manifestazioni di piazza (pacifiche e dialoganti con l’opinione pubblica) sono per noi solo un momento, e certo il meno importante, di un cammino per una società migliore.
I violenti, gli sfascia-vetrine, i cercatori di scontri con la polizia, gli sprangatori, sono lontani e diversi da noi quanto i padroni di capitali anonimi, gli sfruttatori di terre altrui, gli scienziati manipolatori di geni, gli schiavisti del lavoro minorile. I violenti non fanno parte del movimento, non devono avere riconoscimento politico, non sono interlocutori. Sono fuori e diversi da noi. Anzi, sono avversari temibili, in quanto sono coloro che più direttamente (e volutamente) danneggiano il movimento stesso. I loro vandalismi vanno denunciati all’autorità giudiziaria e non ci può essere riconoscimento politico per dei teppisti: deve essere inequivocabile che loro sono altro da noi. Il dialogo preferiamo cercarlo con i vertici e i responsabili dell’economia statale, perché è ad essi che rivolgiamo le nostre proposte alternative.
Qualcuno ha le idee confuse e pensa di allargare così tanto i confini del movimento antiglobalizzazione, da metterci dentro preti e delinquenti, nonviolenti e sprangatori…. Da questi innesti transgenici non può venire nulla di buono (chi mescolerebbe l’Unicef con i pedofili?).
Gli amici della nonviolenza prendono fin d’ora le distanze da chi aspetta Genova come occasione di scontro fisico con il nuovo governo di centro destra.
Di chi sto parlando? Ma di loro, dei ‘ragazzi’ che vengono alle manifestazioni con i caschi, i passamontagna, le spranghe e dei loro ‘capi’ che organizzano gli scontri con la polizia.
C’è un’intervista illuminante (pubblicata su Il Giornale del 16.5.2001) rilasciata dal portavoce dei Centri Sociali del Nord Est, Luca Casarini, padovano, 34 anni, professione-non-si-sa; prevede scontri, danni, conflitti, tensioni, provocazioni, per impedire il vertice dei G8 di Genova (ne riporto alcuni passaggi, ma consiglio la lettura integrale).
‘A Genova saremo in 100mila per impedire il vertice G8…sono convintissimo che a Genova assisteremo a un qualcosa che non vedevamo in Italia da almeno 15 anni, sia a livello di partecipazione che di conflitto. Il protagonismo di piazza sarà clamoroso…un movimento che si oppone non solo testimoniando, ma proprio confliggendo con questi vertici…Aspettate solo qualche giorno e vedrete di cosa saremo capaci…metteremo alla prova il ministero dell’interno di destra…sarà l’apoteosi… il livello di scontro sarà molto più alto per ragioni soggettive di stato d’animo e anche perché la polizia governata da un ministro dell’interno di destra sceglierà politicamente di chiudere qualsiasi spazio…questo atteggiamento provocherà oggettivamente una crescita di tensione e reazione… mi auguro solo che sia il meno dannoso possibile per noi…’.
I nonviolenti, invece, non andranno a Genova per impedire il vertice dei G8, ma con veglie, digiuni, incontri festosi, musica e convegni, presenteranno ai governi e ai popoli la difficile strada per il cambiamento verso un’economia nonviolenta (quella che Gandhi definiva come ‘semplicità, povertà e lentezza volontaria’).
Mao Valpiana
Movimento Nonviolento

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