Cultura

G8: l’appello del capitolo generale dei Saveriani

Riunito in Messico i Saveriani si indirazzano ai Capi di Stato del G8

di Redazione

Un giorno, mentre eravamo prigionieri dei ribelli e stavamo medicando le
nostre piaghe, un vecchio mi disse: “Quando saremo fuori da qui, dobbiamo organizzare una vera campagna, invitare la gente a incontrarsi, a parlarsi.
Se vogliamo la pace, dobbiamo parlarci gli uni gli altri, dobbiamo
dialogare. Non intendo un dialogo diplomatico; intendo il dialogo del
bambino al bambino, del vecchio con il giovane, il dialogo di famiglia.”
E’ il “metodo dell’uomo comune” per vivere la cultura della pace. Occorrono visione, impegno costante, lavoro paziente, insieme alla consapevolezza che la persona umana deve essere rispettata, mai abusata. Io ho anche la convinzione che l’uomo da solo, neppure il più grande e potente, potrà mai realizzare il sogno di creare la cultura della pace. E’ un dono dall’Alto. Proprio per questo, ho la certezza che prima o poi il sogno diventerà realtà. Come dice la nostra gente, “God’s time is the best. Il miglior tempo è quello di Dio”.
Da lettera di missionario Saveriano in Sierra Leone

Onorevoli Capi di Governo del G8:
Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Russia Fed., Stati Uniti d’America –
Dal Messico, il Paese dell’America Latina che recentemente ha vissuto la lunga marcia di sensibilizzazione a favore dei diritti e della cultura dei popoli indigeni, osiamo fare questo Appello, in un momento per noi importante ed ufficiale.

Siamo missionari Saveriani provenienti da quattro continenti, riuniti in
Assemblea capitolare per valutare e programmare le attività del nostro
Istituto. Portiamo con noi, insieme al Vangelo, le culture, le esperienze,
le aspirazioni e soprattutto i volti dei popoli che ci ospitano e che
amiamo come nostri, motivati dall’amore di Cristo che ci sospinge e dalla
passione per l’umanità che sogniamo come una sola famiglia di popoli.

Ci rivolgiamo a Voi, perché sappiamo che le vostre decisioni pesano sul
destino delle popolazioni che cerchiamo di servire con il dono della vita.
Lo facciamo come testimoni che hanno vissuto i drammi dell’umanità,
convinti che i gravi problemi dei popoli costretti alla miseria, hanno il
diritto di entrare seriamente nell’agenda dei vostri dibattiti. Meglio
sarebbe se i poveri del mondo potessero sedere con voi e raccontare a viva voce.

Durante questa Assemblea abbiamo ascoltato il racconto della ituazione
delle popolazioni tra cui come missionari Saveriani siamo presenti: sono
emersi con forza i profondi cambiamenti che hanno aggravato ulteriormente le loro condizioni di vita. In questi ultimi anni siamo stati testimoni del perdurare di situazioni disumane in cui molti popoli sono costretti a vivere, del costante impoverimento delle popolazioni, del crescente sfruttamento del lavoro minorile e del dispregio dei diritti delle donne, del saccheggio delle materie prime, del deterioramento dell’ambiente umano ed ecologico, del diffondersi incontrollato di malattie mortali ed epidemie, dell’accresciuto divario tra i pochi che vivono nel lusso e i molti che non hanno il necessario per vivere, del proliferare dei traffici illeciti di armamenti, di violazioni del diritto alla libertà di
espressione religiosa, di eccidi di massa e di migrazioni forzate. E tutto
questo, esasperato dalle ricorrenti emergenze create dal pesante debito
estero e da guerre atroci, che la gente non vuole e dove spesso gli
interessi in gioco sono non tanto locali, ma extra nazionali. Siamo stati
testimoni anche delle tante promesse della comunità internazionale rimaste disattese.

Vorremmo qui riportare tutti i drammi dei popoli dell’Africa, dell’America
Latina e dell’Asia, di cui siamo testimoni. La Sierra Leone può costituire,
per tutti, un esempio: il conflitto ormai decennale, che ha come
motivazione principale lo sfruttamento delle miniere di diamanti, ha
ridotto la popolazione allo stremo, costringendola alla fuga e
all’abbandono di case e campi, alla dipendenza economica e
all’accattonaggio, all’insicurezza e alla paura. I bambini e le bambine
soldato, poi, accumulano in sé il dramma più vergognoso dell’umanità
odierna: il sequestro dei minori, la schiavitù infantile, la droga e la
tossicodipendenza, l’uso indiscriminato delle armi, la violenza
sconsiderata, la criminalità imposta, gli abusi sessuali da parte delle
milizie in conflitto e delle forze di pace… Ancora una volta, vittima è
l’intera popolazione civile, che ha solo voglia di essere lasciata in pace,
di esprimere la propria religiosità, di lenire le ferite, di ricostruire il
futuro nella dignità.

Con la gente, abbiamo sofferto; con la gente, anche noi siamo fuggiti, ci
siamo nascosti, abbiamo cercato rifugio; con la gente, vari di noi sono
stati rapiti, feriti, uccisi. A volte, con cinque pani e due pesci – le
poche risorse rimaste – abbiamo potuto rinnovare i grandi prodigi di un
tempo (cf. Vangelo di Luca, 9,12-17). Perché si può fare molto, se il poco
è condiviso; mentre il molto accumulato non basta mai.

L’accumulo della ricchezza nelle mani di pochi e lo spaventoso baratro tra
poveri e ricchi è diventato ormai uno scandalo insostenibile. Ci torna alla
mente quella parabola raccontata da Gesù (Luca 16, 19-22). Se il Lazzaro
del Vangelo cercava di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla mensa del ricco Epulone, i milioni di Lazzaro dei nostri giorni sono costretti a cercare tra le immondizie dei ricchi qualcosa di cui sfamarsi o da riciclare. Tanto è peggiorata la situazione dei più poveri, mentre circola
nel mondo un benessere mai prima sognato. Di questo passo, è a rischio tutto il patrimonio umano, culturale ed ecologico, di cui tutti noi siamo testimoni ed ammiratori, costruito pazientemente, attraverso i millenni, dai popoli dell’Africa, America Latina ed Asia e dello stesso Occidente.

Non pensiamo, Onorevoli del G8, di scaricare su voi tutta la responsabilità della situazione attuale, né crediamo sia in vostro potere cambiare il mondo con la bacchetta magica. Siamo convinti, tuttavia, che come rappresentanti degli Otto Paesi economicamente più avanzati avete i mezzi – e quindi il dovere – per far sì che l’economia mondiale assuma un diverso orientamento, non al servizio degli interessi di chi ha già troppo, ma a favore di chi, pur faticando molto, non ha neppure il necessario. Chiediamo quindi che assumiate responsabilmente il ruolo che vi spetta: il ruolo della politica intesa come ricerca del bene dei popoli guardando al mondo intero e interessandovi soprattutto a coloro che sono gli esclusi. Non lasciatevi manipolare dai prepotenti della finanza senza etica e del mercato senza regole. Siate capaci di sognare e di prevedere un mondo che assomigli di più al progetto di Dio, che ha creato l’universo come habitat per tutta l’umanità che Egli ama e ai sogni dei popoli, narrati nelle migliaia di tradizioni scritte e orali.

Desideriamo anche noi unirci alle innumerevoli richieste già a voi
pervenute da tante parti del mondo civile e religioso, che condividiamo
pienamente. In particolare, chiediamo a voi e ai vostri governi di
rispettare con determinazione ed urgenza gli impegni già presi nei
precedenti Summit e di sollecitare l’adozione di leggi internazionali
efficaci nei seguenti settori prioritari:

1. Avviare, in accordo con i Paesi del Sud del mondo, un sistema
alternativo di mercato che assicuri un accesso più libero ai loro prodotti
e che garantisca un prezzo più equo per i loro manufatti e risorse naturali
e nel rispetto dei diritti dei lavoratori. Riconoscere e rispettare le
abilità e pratiche secolari dei popoli indigeni, specialmente nei settori
della medicina e dell’agricoltura, impedendo ogni forma di bio-pirateria e
l’appropriazione indebita dei brevetti a scopo di speculazione.

2. La cancellazione del debito estero dei Paesi impoveriti, riconoscendo, a livello internazionale, l’illiceità dei crediti “usurai” e dei debiti
“odiosi”, azzerando i crediti “inesigibili”. Rivedere i contratti
applicando severi criteri legislativi sull’anatocismo. Restituire alle
popolazioni gli enormi fondi di cui sono state derubate in transazioni non
trasparenti. Istituire un Tribunale neutrale internazionale per l’Arbitrato
tra creditori e debitori.

3. Facilitare l’accesso ai farmaci e ai servizi sanitari essenziali,
all’acqua potabile, alla alfabetizzazione e all’istruzione, come primo
passo verso una vita dignitosa delle popolazioni escluse.

4. Fermare la proliferazione e i traffici illeciti delle armi e, in
particolar modo, delle armi leggere e di tutte quelle armi che arrecano
danni indiscriminati ed eccessivi nelle varie fasi di produzione, di
stoccaggio, di utilizzo e con conseguenze imprevedibili per intere
generazioni.

5. Ridurre drasticamente le enormi spese per la progettazione e
fabbricazione di nuovi sistemi d’arma, e devolvere fondi consistenti ai
programmi di riduzione della povertà, nel rispetto delle culture locali e
con i mezzi appropriati.

6. Incentivare la concertazione internazionale per la pace, la prevenzione
dei conflitti e la democrazia. Sostenere decisamente l’economia della pace, come investimento più redditizio e conveniente per le nazioni e per le imprese.

7. Rispettare e far rispettare integralmente, e in primo luogo da parte dei
Governi rappresentati nel G8, i Trattati e le Convenzioni internazionali
come il Trattato di Ottawa contro le mine antipersona, la Convenzione di
Roma per la Corte internazionale contro i crimini, il Protocollo di Kyoto
per l’ambiente.

8. Controllare i flussi e le speculazioni finanziarie attraverso l’adozione
di tassazioni come la “Tobin Tax”. Abolire i “paradisi fiscali” e adottare
misure di trasparenza nei finanziamenti internazionali.

Come missionari, ci sentiamo in sintonia con tutti coloro che, interessati
alle sorti dell’umanità e del pianeta, continuano ad esercitare e
sollecitare forme di cittadinanza vigile ed attiva, diamo loro il nostro
sostegno e ne incoraggiamo il coordinamento. Siamo riconoscenti ai vescovi della Liguria e al Cardinale di Genova che, facendo eco alle insistenti parole di Giovanni Paolo II ed esercitando la corresponsabilità pastorale, hanno voluto rivolgersi alle comunità cristiane, alla società e alle autorità perché tutti facciano responsabilmente la propria parte nei
confronti dei poveri del mondo.

Da parte nostra, come missionari Saveriani, ci impegniamo a continuare a vivere più vicini alle genti dell’Africa, dell’America Latina, dell’Asia e
dell’Occidente, e sopratutto alle fasce più deboli e indifese. Cercheremo
di intensificare i segni della solidarietà: prima di tutto, l’annuncio del
Vangelo per la misericordia e la speranza, per la giustizia e la fraternità
universale; il dialogo interculturale e interreligioso; la promozione umana
in tutti i suoi aspetti; la preparazione dei leaders e la coscientizzazione
delle donne; la riabilitazione dei bambini soldato; i gruppi di base per la
riconciliazione e la pace; l’accompagnamento dei profughi e sfollati;
l’alfabetizzazione e la sanità. Continueremo a fare informazione, a
difendere e diffondere i valori delle culture dei popoli, a sollecitare la
cittadinanza attiva per il disarmo, il commercio equo, gli acquisti
trasparenti, la “sobrietà felice”. Non da soli, ma insieme ai popoli di cui
siamo ospiti, insieme alle comunità cristiane e insieme a tutti gli
individui e gruppi nel mondo, che vogliono fare dell’umanità una sola
famiglia.

Siamo convinti che la riflessione e l’azione nonviolenta e paziente porterà
i frutti sperati. Perciò dissentiamo da ogni manifestazione violenta. La
mobilitazione civica di tante persone e gruppi (non solo in occasione dei
vari Summit internazionali) e il loro crescente collegamento in rete
dimostrano che il muro dell’indifferenza sta crollando mentre cresce la
voglia di assumere un ruolo più responsabile nelle decisioni che riguardano il benessere delle società, dei popoli e del pianeta. Riteniamo tutto questo un grande successo.

Augurando che in occasione di questo vostro Incontro sappiate dare ascolto alle richieste pervenute dalla societa’ civile e dai movimenti che la
rappresentano, porgiamo il nostro saluto.

I missionari Saveriani delegati del XIV Capitolo Generale

– dall’Africa: Burundi, Camerun, Chad, Rep. Dem. Congo, Mozambico, Sierra Leone
– dall’America Latina: Brasile Nord, Brasile Sud, Colombia, Messico
– dall’Asia: Bangladesh, Filippine, Giappone, Indonesia, Taiwan
– dall’Occidente: Gran Bretagna, Italia, Spagna, Stati Uniti d’America

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