Famiglia
G8: incursione nelle scuole Diaz. Perché?
Nella notte le forze dell'ordine hanno fatto irruzione nella sede del Genoa Social Forum e nella scuola adiacente
E’ difficile stanotte presentare ulteriori contenuti, adeguarli alla Kermesse di special e interviste che si sono susseguiti nella sarata di ieri, sabato 21 luglio. E’ difficilissimo dover sciomiottare l’informazione ufficiale sciorinando numeri e azioni, senza sentire un certo imbarazzo etico e morale, che in questi giorni sembra aver pervaso ogni redazione ufficiale e non. E’ improbabile che qualcuno sia ancora alzato a quest’ora, alle 4:35 di mattina, e voglia sapere cosa è successo a Genova nelle ultime ore. Fra questi probabilmente solo istituzioni e giornalisti. Paradossalmente i veri protagonisti della scena genovese antiG8. E’ doloroso stare qui, nel dubbio deontologico e professionale soprattutto, che spinge a scegliere invitabilemente cosa dire e scrivervi.
E’ incomprensibile però, inumano e vergognoso lo spettacolo che abbiamo potuto vedere all’interno della scuola Diaz, adiacente alla sede del Genoa Social Forum. Dove, verso mezzanotte, le forze dell’ordine hanno fatto irruzione soprendendo nel sonno ragazzi e ragazze. Averli visti uno ad uno, uscire da quella scuola, condotti e nascosti da un cordone di polizia verso le ambulanze. E altri sospinti nei furgoni con le mani sopra la testa. Aver assistito a questa scena decine di volte, sommersi dalle urla, dalla tensione e dal dolore.
Non vi preoccupate. Di questo potrete leggere tutto sui giornali, guardarlo nei telegionali: foto, interviste, dettagli per ogni lettore o spettatore. Sarete, saremo, sommersi, ancora una volta. Le tattiche, la strategia. Le consuete frasi di rito, provenienti da tutte le parti. Ma a quel punto saprete di più? Potrete farvi un’idea migliore di quanto e’ successo? Sapremo forse cosa è successo. Forse.
Ma il tutto affogherà a sua volta sotto il peso della quantità, delle dichiarazioni, del chiacchiericcio politico. Ma, al momento della frase ad effetto o della foto o del commento, prima di tutto perché non chiedersi: come può succedere tutto ciò? E almeno per domani, fate rispondere alla vostra coscienza e non al giornale di turno. Almeno domani riprendiamoci una spazio di libertà concreto, quello di pensare con la nostra testa. A fronte di tanto dolore, la coscienza potrebbe essere il miglior modo per inziare a ragionare.
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