Non profit
G8: green economy in rampa di lancio
Il bilancio del vertice di Siracusa stilato da WWF, Oxfam e Ucodep
di Redazione

Sulla questione del clima servono «azioni urgenti». Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo durante la conferenza stampa conclusiva del G8 Ambiente di Siracusa. «Abbiamo definito in maniera franca e chiara i principi sui quali i capi di Stato dovranno spendere tutta la loro leadership al G8 di luglio». Ha anche ribadito che durante il G8 Ambiente «non sono state assunte decisioni, non e’ questa la sede in cui raggiungere delle decisioni».
Saranno dunque cinque i punti che a luglio verranno consegnati ai capi di Stato del G8 dai ministri che in questi tre giorni hanno partecipato al vertice di Siracusa. «Sono cinque nodi da sciogliere e il fatto di averli scritti nero su bianco rappresenta un passo in avanti molto importante sulla strada della conferenza Onu di Copenhagen», ha detto la Prestigiacomo. Ecco i cinque punti: i target nel breve e medio periodo, i target di riduzione di emissione nel lungo periodo, i finanziamenti, la comparabilità degli sforzi tra i paesi e la governance internazionale.
Il ministro ha anche aggiunto che «è una responsabilità dei paesi sviluppati sostenere quelli in via di sviluppo nella loro giusta aspirazione a crescere, ma perchè questo sviluppo non sia basato solo sul petrolio, occorre che ci sia un impegno da parte delle economie sviluppate per disseminare le tecnologie a basso contenuto di carbonio che già oggi sono disponibili». «Sulla questione del dialogo tra le economie più avanzate e i paesi in via di sviluppo -ha detto ancora la Prestigiacomo- credo che siano stati fatti molti passi in avanti perchè si possa arrivare ad un accordo globale a fine anno a Copenhagen«. E ancora: «Abbiamo definito al G8 Ambiente in maniera franca e chiara quali sono i punti su cui occorre che i leader nel vertice di luglio devono spendere tutta la loro capacita’ di leadership perche’ ci sia un accordo».
IL WWF: UN PICCOLO PASSO IN AVANTI
Il WWF ritiene positivo che da Siracusa sia uscito un forte impegno perché i pacchetti anti-crisi economica siano orientati alla costruzione della green economy: i ministri dell’ambiente devono essere i garanti che la parola “green” non sia solo un orpello, ma sia sostanziale. Secondo il WWF, il vertice di Siracusa non ha però rappresentato un passo avanti di rilievo nell’aiuto alle trattative per il raggiungimento di un accordo globale sul clima a Copenhagen alla fine dell’anno, in sede ONU. L’aver verificato i temi di discussione è davvero poca cosa, servono impegni concreti da parte dei paesi industrializzati, il solo modo per stimolare l’assunzione di un ruolo da parte delle economie emergenti.
Il WWF ritiene anche significativo che il vertice G8 Ambiente di Siracusa abbia ritenuto opportuno approvare una Carta sulla Biodiversità condivisa che prevede passi concreti, e che sia stato riconosciuto il valore anche economico dei servizi che gli ecosistemi forniscono alle società umane. Ci auspichiamo per i prossimi appuntamenti fino al G8 di luglio che, nonostante il momento di crisi, si garantiscano stanziamenti economici adeguati e visibili da parte dei governi dei Paesi più industrializzati affinché questi intenti condivisi diventino realtà.
Gli ecosistemi presenti sul Pianeta, con le loro funzioni e i loro servizi, offrono la base stessa del benessere e dell’economia umana ma non sono affatto tenuti in conto dai Sistemi Nazionali di Contabilità delle nazioni del mondo. Ci auguriamo che la Carta serva concretamente ad avviare impegni precisi, puntuali e rendicontabili da parte dei Governi che l’hanno sottoscritta, per dare finalmente alla biodiversità la giusta centralità nelle politiche che verranno intraprese e dare un impulso di concretezza all’impegno preso da tutti i Governi per la significativa riduzione della perdita della biodiversità entro il 2010.
Il WWF sottolinea infine che sia stato un segnale rilevante aprire il vertice di Siracusa con il confronto con le ONG, un dialogo che ci auguriamo getti le basi per un sistema di relazioni globali che coinvolga pienamente anche la società civile.
OXFAM E UCODEP: SOLO PAROLE, NESSUN IMPEGNO
Molte dichiarazioni di principio, ma nessun impegno chiaro e misurabile. I ministri dell’Ambiente del G8, riunitisi a Siracusa, non hanno avuto il coraggio di cominciare un vero negoziato e si sono limitati a ripetere posizioni già note. Così Oxfam International e Ucodep, insieme in Italia, commentano l’esito del vertice del G8 ambiente, conclusosi oggi. Dopo l’appuntamento di Siracusa, rimane sempre meno tempo per arrivare a un accordo efficace tra gli otto paesi più industrializzati prima del G8 di luglio.
«I negoziati sul clima sono paralizzati da una sorta di ‘sindrome del primo passo’. Nessun paese è disposto a prendere impegni se gli altri non fanno altrettanto. Ma sono proprio i paesi industrializzati i primi ad aver causato il cambiamento climatico. Dovrebbero pertanto essere i primi a prendere decisioni coraggiose per contenerlo, chiedendo poi ai paesi emergenti e a quelli in via di sviluppo di fare altrettanto», dichiara Farida Bena, portavoce di Oxfam International e Ucodep. La via d‘uscita può essere un accordo che preveda un preciso obbligo di alcuni paesi in via di sviluppo ad attivarsi una volta che i paesi industrializzati abbiano raggiunto gli obiettivi prestabiliti, in termini di riduzione delle emissioni e di finanziamento ai paesi più poveri. Il Ministro Prestigiacomo, in particolare, ha ribadito l’importanza del finanziamento per l’adattamento ai cambiamenti climatici, ma si è limitato a parlare di trasferimento di tecnologie a basso contenuto di carbonio, senza prendere chiari impegni di tipo finanziario. Tra i paesi industrializzati, inoltre, l’Italia è agli ultimi posti per incentivi fiscali a favore di un’economia più verde.
Oxfam International e Ucodep ricordano INFINE che per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi è indispensabile ridurre le emissioni di almeno il 40% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. Inoltre, gli effetti negativi del cambiamento climatico colpiscono in primo luogo le popolazioni più povere e vulnerabili, che hanno urgente bisogno di risorse per adattarsi all’aumento delle temperature. A livello mondiale, si calcola che per l’adattamento al cambiamento climatico sono necessari 50 miliardi di dollari (37,7 miliardi di euro). «I leader del G8 hanno riaffermato principi corretti: tecnologie a basso contenuto di carbonio; mantenere il riscaldamento al di sotto dei 2 gradi centigradi; aiutare in primis i paesi in via di sviluppo; perseguire negoziati aperti e fondati sulla fiducia reciproca. Ma le affermazioni di principio, senza stabilire scadenze e obiettivi, trasformano il vertice in un esercizio teorico incapace di spingere i leader mondiali ad agire», conclude Bena.
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.