Cultura

G8, critica animalista al Genoa Social Forum

Progetto Gaia censure alcune affermazioni dei leoncavallini e rilancia: essere contro la globalizzazione significa essere contro il consumo di carne

di Giampaolo Cerri

C’è una critica animalista all’anti-G8, se ne fa interprete Manlio Massi dell’ Associazione Progetto Gaia, urtato da alcune affermazioni del Leoncavallo sull’essere vegetariani. Vi riproponiamo di seguito il suo appello al Genoa Social Forum.

“Cari amici del Genoa Social Forum,

E’ paradossale leggere in un messaggio del Centro Sociale Leoncavallo che “Essere contro il cibo transgenico non vuol dire né essere animalisti né essere vegetariani”, è paradossale perché significa non essere sufficientemente informati del disastro ambientale che provoca la produzione di carne, è paradossale perché significa non sapere che eliminando la carne si risolve la fame nel mondo, è paradossale perché non si smentisce l’unica giustificazione, sconfiggere la fame, che le multinazionali sono in grado di fornire per la produzione di Ogm.

Qual è il modello alimentare che il Genoa Social Forum propone? Carne per 6 miliardi di persone? Nel 2040, carne per 10 miliardi di persone? Oppure solo noi continueremo a mangiare carne e il terzo mondo mangerà proteine vegetali prodotte in maggior quantità… in che modo… se non useremo gli Ogm?

Cari amici… ABBIAMO UN PROBLEMA!
Non ci siamo ancora resi conto che l’industria legata alla produzione di carne e derivati animali è la più potente del mondo, che provoca direttamente o indirettamente il maggior danno ambientale, non riusciamo a renderci conto che quando mangiamo una salamella (ancora tanto importante nelle feste popolari) facciamo proprio il loro gioco!
In nessuno dei documenti elaborati e distribuiti dalle centinaia di Organizzazioni che si riconoscono (come noi!) negli obiettivi del Genoa Social Forum, si accenna in maniera esplicita al disastro ecologico che provoca la produzione di carne per l’alimentazione umana.

Così come da nessuna parte si insiste in maniera decisiva sulla necessità di ridurre velocemente e drasticamente la quantità di uomini che abitano il mondo.

Da nessuna parte si accenna alle nuove conoscenze che abbiamo sul mondo, la Teoria di Gaia sembra completamente ignorata. Il mondo anche per noi è ancora solo un oggetto, gli animali sono solo oggetti e gli uomini sono ancora convinti di essere i padroni di tutto.

Non è più così!

Il mondo è un Sistema fisiologico, la vita è una sola, adesso il nostro riferimento deve essere l’intero Sistema. Non possiamo più chiederci cosa è utile per gli uomini, la domanda deve essere: cosa è utile per il Sistema.
Se il Sistema funziona i vantaggi saranno anche nostri.

Se rimaniamo incastrati nel Meccanicismo borghese del ‘600 non avremo nessuna possibilità di battere il modello di vita imposto dai G8. Per cambiare una società è necessario individuare una Cultura alternativa a quella dominante, se ragioniamo sulla base della stessa Cultura dei G8 non usciremo dalla loro logica perché la Concezione del mondo attuale e la Cultura conseguente sono il loro modo di pensare e ci spingono, che lo vogliamo o meno, ad organizzare la nostra vita secondo il loro modello.

Progetto Gaia non vuole fare il gioco dei G8, chiediamo di porre all’Ordine del giorno del Genoa Social Forum la Questione animale che significa questione alimentare, la Questione demografica che significa questione ambientale, la Questione culturale che significa l’elaborazione di una Cultura alternativa che nasca dalle nuove informazioni sul mondo e che preveda l’abbandono del Meccanicismo e del conseguente Antropocentrismo.

Per la prima volta nella storia abbiamo a disposizione una descrizione del mondo scientifica che da ragione a chi parla di collaborazione e di democrazia… perché non ce ne accorgiamo?!

Saluti fraterni!

Per Associazione Progetto Gaia
Manlio Massi”

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.