Cultura

G8: Cattolici divisi? Risponde la Focsiv

Per il presidente Mantovani: "Uniti sui fini, divisi, forse, nei metodi"

di Redazione

“Quando i cattolici la pensano allo stesso modo vengono accusati di essere integralisti, quando tra loro la pensano in maniera diversa sono accusati di essere divisi”. Parte da questa paradossale considerazione il commento di Agostino Mantovani, presidente della Focsiv, sulla presenza a Genova in occasione della manifestazione anti-G8 organizzata dalle associazioni cattoliche. Per Mantovani, tuttavia la diversità di opinioni ?non riguarda i fini da raggiungere, ma i metodi per arrivarci?. Diversità che nascono da atteggiamenti precostituiti: ?Ci sono quelli che ritengono di avere la verità in tasca e sono talmente sicuri delle loro ragioni che chi la pensa diversamente ha sempre torto. A Genova eravamo in tante associazioni d?ispirazione laica e religiosa; c?erano i missionari, c?era il Segretario Generale della Farnesina Vattani, i rappresentanti del Genoa Social Forum e tutti coloro che volevano partecipare hanno potuto farlo. C?era anche il cardinale Tettamanzi. Il Papa, all?Angelus, ci ha incoraggiato a proseguire. Nel merito delle proposte formulate sicuramente si può fare di meglio e di più, l?intento a Genova era di dare un contributo e forse ci siamo riusciti?. Respinte al mittente anche le accuse di allineamento all?ultrasinistra sui diversi temi. ?Quando uno la pensa in modo diverso ? afferma – sembra che paghi dire che è comunista, anche se comunista nella sua vita non lo è mai stato. Allora chi non la pensa come me dovrei accusarlo di essere nazista??. Infine, al grido di ?Un solo uomo, chiunque sia, vale più di tutto l?universo?, Mantovani torna sulle manifestazioni di Genova per affermare che ?non è poi così grave se qualche volta l?orchestra, che è fatta di tanti strumenti e di tanti orchestrali, sembra suonare un po? stonata. Importanti sono i fini a cui mirare: la cancellazione del debito, la Tobin Tax, gli accordi di Kyoto, i conflitti, la povertà. Importante è mettere in conto che c?è bisogno delle ragioni di molti. Importante è che queste ragioni siano portate avanti con retta intenzione; importante, molto di più ancora, è convincersi che la violenza, la dittatura, il potere possono essere sì di coloro che sono economicamente più forti, del mercato senza regole e di tutto il resto che andiamo a dire ai Grandi del G8, ma la violenza, la dittatura, l?imposizione possono essere anche quelle dell?ideologia, della religione, dell?etnia, di chi ha più tono di voce e più capacità di esporre, di chi ha più cultura, di chi detiene le leve dell?informazione e su questa linea potrei continuare. Bisogna convincersi che occorre cambiare e farlo, caparbiamente, questa volta. Convincerci che non devono cambiare solo gli altri ma ognuno di noi. Per cambiare bisogna dialogare. Il primato è della parola?.


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