Economia

G8: aiuti non elemosina chiedono le ong

Il Nord deve ripagare tutto il suo debito ecologico e sociale. Anche l’Agip, debitrice del Sud?

di Redazione

Le ONG e i movimenti di base del sud del mondo affermano a Genova che i paesi in via di sviluppo e la loro società civile non sono i veri debitori verso il ricco nord del pianeta, ed in particolare verso gli otto paesi più industrializzati. ?I paesi del G8 sono i principali debitori oggi di un debito ecologico e sociale storico verso di noi che abbiamo sofferto una distruzione ambientale e delle fonti di sostentamento ed un impoverimento, collegato a guerre e conflitti, che aumenta ogni giorno. E? arrivato il momento di fermare l?aumento di questo debito ecologico, punire i responsabili e domandare la riparazione dei danni causati?, hanno dichiarato tutti i rappresentanti delle organizzazioni ecologiste e per la difesa dei diritti umani del sud del mondo durante il forum pubblico organizzato dal GSF a Genova. Il debito ecologico consiste nella responsabilità che hanno i paesi industrializzati per la distruzione continua del pianeta, in particolare nei paesi del sud del mondo, come effetto delle proprie forme di produzione e consumo caratteristiche del modello di sviluppo dominante che si vorrebbe globalizzare e che minaccia soprattutto le economie locali. Questo debito include l?appropriazione illegittima dell?atmosfera terrestre e della capacità di assorbimento del pianeta delle emissioni responsabili dell?aumento dell?effetto serra. I relatori della conferenza hanno dimostrato con le loro testimonianze che la causa della formazione di questo debito sono le politiche neoliberiste imposte dai paesi del nord in tutto il pianeta, i grandi progetti di estrazione intensiva di risorse naturali come il petrolio, minerali, foreste, biodiversità e risorse marine da parte delle compagnie multinazionali del nord. I crediti per i grandi progetti vanno soltanto a beneficio di queste compagnie, come nel caso delle grandi dighe, della biopirateria della ricchezza naturale, della produzione transgenica. La spirale del debito estero promuove il saccheggio delle risorse naturali e finanziarie, e l?appropriazione di queste tramite la privatizzazione e l?imposizione dei prodotti del nord attraverso gli accordi ?di libero commercio?. Inoltre, i paesi del nord sono i maggiori responsabili dell?inquinamento atmosferico e degli impatti dei cambiamenti climatici. Nel corso della presentazione sono stati portati alla ribalta i casi drammatici del debito ecologico prodotto dall?Agip in Ecuador e Nigeria. L?Agip, come parte del gruppo ENI, contribuisce con 500.000 dollari al Genoa Health Care Fund che il G8 lancerà nei prossimi giorni per la lotta contro l?emergenza AIDS/HIV. ?Il Presidente Bush ha ieri affermato che chi è venuto a Genova per protestare è contro la lotta alla povertà; non sono proprio d?accordo?, ha dichiarato l?avvocato nigeriano Oronto Douglas, vice direttore di Environmental Rights Action/Friends of the Earth in Nigeria. ?La povertà non può essere ridotta, alleviata o eliminata con atti isolati di carità, da parte di coloro che si sono appropriati ingiustamente ed iniquamente delle nostre risorse. La povertà potrà diventare un ricordo del passato soltanto quando un flusso ininterrotto di giustizia tornerà a vedersi in giro per il mondo. La protesta pacifica è oggi un dovere per l?umanità?. Ha aggiunto Douglas. ?Esiste un documento in Italia prodotto dalla RAI che prova le denuncie che sono venuto a portare oggi e la cui programmazione e? stata annunciata per il 29 di questo mese. Sarebbe veramente grave se questo documento non venisse reso pubblico? ha concluso Oronto Douglas. In Ecuador la stessa compagnia petrolifera italiana, consorziata con l?Arco europea, ha causato la deforestazione di più di mille ettari di foresta amazzonica primaria tropicale, durante la sola fase di esplorazione, scaricando rifiuti tossici nei fiumi e nei suoli, costruendo un oleodotto di 136 Km che attraversa foreste tropicali ancora intatte, riserve ecologiche e zone coltivate ed andando contro la volontà dei popoli indigeni. ?Oggi l?Agip con un nuovo progetto di oleodotto per il trasporto di petrolio grezzo attraversa 500 Km di Amazonia fino alla costa?, ha dichiarato Aurora Donoso di Accion Ecologica dell?Ecuador, ?si rende responsabile di nuovi gravi impatti ambientali e sociali. L?oleodotto porterà nuovi disastri ai popoli Huaorani, Siona, Secoya, Quichua, Shuar y Achuar. E? indispensabile bloccare le operazioni dell?Agip in Ecuador?, ha concluso Donoso. ?Un altro esempio di responsabilità per le distruzioni da parte dei paesi del nord sono le grandi dighe?, ha detto Shamali Guttal di Focus on the Global South in Thailandia. ?Le ricerche hanno dimostrato che finora più di 2-3 trilioni di dollari sono stati spesi per finanziare le grandi dighe ed i progetti ad esse associati. Almeno 80 milioni di persone sono i profughi nel mondo cacciati per far posto alle grandi dighe. Queste hanno creato debito estero con costi sociali ed ambientali incalcolabili?, ha concluso Guttal.


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