Famiglia

G8: a Boccadasse guardando a Genova

Passato in secondo piano sui media, si è concluso l'incontro a Boccadasse a pochissimi chilometri da Genova, dove ci si è raccolti in preghiera in occasione del G8. Il resoconto

di Marina Parodi

Si sono concluse ieri con due Messe (una alle 12 in lingua inglese a Boccadasse, una alle 18 nella chiesa dell’Annunziata) le iniziative genovesi dei missionari, religiosi e laici, in collaborazione con gruppi della Chiesa locale e mondiale e con le campagne per la cancellazione del debito. Le due giornate si erano aperte venerdì alle 9 del mattino con la “convocazione” al digiuno e alla preghiera da parte di rappresentanti dei 5 continenti e delle diverse religioni. Dopo la serata di giovedì dedicata all’America Latina, l’Africa e i suoi drammi erano entrati nella chiesa di Boccadasse grazie ai tamburi di un gruppo di suore e alla registrazione vocale di p. Alex Zanotelli, che da 3 settimane sta digiunando nella sua Korogocho. Dopo la convocazione ufficiale, vari gruppi hanno animato e condotto le 36 ore di preghiera: la comunità di S. Egidio che ha portato canti, simboli e preghiere dai 5 continenti; i rappresentanti della fede islamica e la comunità Bahai; i giovani della preghiera di Taizé che hanno concluso la giornata di venerdì con una adorazione alla croce secondo la tradizione russa. La notte di preghiera è proseguita insieme alla Comunità di meditazione cristiana e alla rete di congregazioni missionarie “Africa Europe Faith Justice Network” con suggestive danze sacre e un concerto di flauto. Presenti anche i vescovi Bona e Bettazzi e Lorenzo Jovanotti, che ha scelto la discrezione della notte per fermarsi una ventina di minuti a Boccadasse. La giornata di sabato è proseguita con le famiglie francescane, tra cui alcune monache clarisse che per questa occasione speciale hanno lasciato la loro clausura di Leivi (un piccolo paese sopra Chiavari). La Caritas inglese “CAFOD” ha animato in mattinata la preghiera in inglese; il pastore evangelico Cortez ha proposto una riflessione su un capitolo del profeta Isaia. Alle 18 la conclusione comunitaria del digiuno: “ringraziamento e amicizia sono le parole che mi porto via da Boccadasse” ha affermato sr. Patrizia Pasini, una delle promotrici dell’iniziativa, “ringraziamento a noi stessi e a tutti quanti hanno collaborato; amicizia tra noi e soprattutto amicizia con questo Cristo Campesino che è stato la nostra icona”. Sopra l’altare, giovedì sera era stato infatti posto il “Cristo Campesino”, un grande dipinto raffigurante un contadino crocifisso ai suoi strumenti di lavoro, sullo sfondo del continente latinoamericano. Il poster è stato disegnato da un prete operaio cileno vicino al movimento della Teologia della Liberazione e donato dodici anni fa a una coppia di sposi genovesi. A conclusione del digiuno ad ogni partecipante è stato donato un “omino di carta”, uno di quelli che formavano le lunghe catene delimitanti il “recinto sacro” intorno alla chiesa di Boccadasse. P. Alberto, provinciale dei Francescani, ha spiegato il senso di questo simbolo: “Come gli omini di carta hanno resistito uniti al forte vento, anche noi abbiamo fiducia che la comunione che si è creata tra noi non sarà spezzata. Come gli omini di carta hanno osservato tutto quello che succedeva in città e hanno osservato ogni persona, quelle riunite a Palazzo Ducale, quelle che pregavano in chiesa, quelle che sfilavano in corso Italia e quelle che facevano esplodere la violenza, anche noi ci impegniamo a mantenere gli occhi aperti su noi stessi, sulle nostre realtà e sulle persone che vivono intorno a noi”. Dopo 36 ore, il digiuno è stato rotto insieme con lo stile di semplicità proposto dai missionari: focaccia genovese, succhi e cioccolata del Commercio equo e solidale. I fatti di violenza avvenuti in città non stati ignorati in questa che è stata per molti un’oasi di pace. Sia venerdì sia sabato i manifestanti hanno sfilato di fronte alla chiesa. In particolare venerdì pomeriggio un gruppo di manifestanti, tra cui molti armati di spranghe di ferro, sono passati in corso Italia diretti allo stadio Carlini. Offrire l’acqua è stato il gesto di accoglienza dei missionari, che hanno pure invitato alcuni: “ma lasciatele qui queste spranghe!”. L’invito non è stato accolto e 300 m più avanti la violenza è di nuovo esplosa, ai danni di due banche, di diversi negozi, di alcune auto. Sabato Boccadasse è stato anche il luogo scelto per la manifestazione del gruppo che si impegna per cancellazione del debito (tra cui Sdebitarsi, Drop the Debt, Christian Aid): un sit-in pacifico a lato della chiesa.


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